Particolarmente significativo il dato di Verona, dove si gioca la sfida più attesa della tornata: qui l'affluenza è rimasta identica, 17,32% al primo turno e 17,31% al ballottaggio. A Lucca, invece - un'altra piazza sotto i riflettori - i votanti alle 12 sono addirittura di più che al primo turno: il 15,07% contro il 14,60%. Affluenza in calo invece nelle altre maggiori città al voto: a Parma ha votato il 15,10%, a Catanzaro il 13,77%, a Como il 13,91%
Tiene l’affluenza ai ballottaggi delle elezioni comunali. Nel complesso dei 65 comuni al voto per il secondo turno, alle 12 i votanti sono stati il 16,56% degli elettori contro il 17,45% di due settimane fa. Particolarmente significativo il dato di Verona, dove si gioca la sfida più attesa della tornata: qui l’affluenza è rimasta identica, 17,32% al primo turno e 17,31% al ballottaggio. Il sindaco uscente di centrodestra Federico Sboarina cerca la riconferma ma parte in svantaggio (con il 32,7%) rispetto al centrosinistra dell’ex calciatore Damiano Tommasi, che al primo turno ha raccolto il 39,8%. Sboarina non può contare – almeno ufficialmente – nemmeno sul 23,86% ottenuto al primo turno dall’ex sindaco Flavio Tosi, con cui ha rifiutato l’apparentamento: ma l’alta affluenza suggerisce che anche i suoi elettori si stiano recando alle urne.
A Lucca, invece – un’altra piazza sotto i riflettori – i votanti alle 12 sono addirittura di più che al primo turno: il 15,07% contro il 14,60%. Qui il ballottaggio è tra Francesco Raspini del Pd (in vantaggio) e Mario Pardini del centrodestra, apparentato tra mille polemiche con CasaPound e i no vax, che può contare anche sul sostegno (a titolo personale) di Alberto Veronesi, il candidato sostenuto da Italia Viva e Azione che al primo turno ha raccolto il 3,65%. Il patto tra Pardini e i candidati più estremisti (Fabio Barsanti di Casapound e il leader no green pass Andrea Colombini) ha provocato le dimissioni da Forza Italia del deputato Elio Vito, ex ministro berlusconiano.
Affluenza in calo invece nelle altre maggiori città al voto. A Parma ha votato il 15,10% contro il 18,29% del primo turno: qui il ballottaggio è tra Michele Guerra per il centrosinistra (appoggiato dal Pd e dalla lista “Effetto Parma” del sindaco uscente Federico Pizzarotti) e l’ex sindaco Pietro Vignali per il centrodestra, tornato a sopresa sulla scena dopo un patteggiamento a due anni per corruzione e peculato. A Catanzaro (dove si sfidano Nicola Fiorita per i progressisti e Valerio Donato per il centrodestra) l’affluenza parziale è crollata al 13,77% dal 19,03%. A Como – che sceglie tra il centrosinistra di Barbara Minghetti e l’indipendente Alessandro Rapinese – alle 12 ha votato il 13,91% contro il 16,06% del primo turno.