Il 45enne, nel corso del suo interrogatorio davanti alla giudice Chiara Valori ha spiegato che prima del suo arresto, nel novembre 2020, abusava talmente tanto di droga da aver perso il controllo sulla sua vita
Continua il processo con il rito abbreviato per Alberto Genovese, l’imprenditore accusato di stupro su due giovani donne. Interrogato dal giudice l’imputato ha spiegato che solo dopo la sera del 10 ottobre 2020, quando per ore aveva fatto drogare una ragazza 18enne e aveva fatto sesso estremo con lei, si sarebbe accorto che da parte della giovane modella, ospite alla sua festa a Terrazza Sentimento, “non c’era consenso”. Il 45enne, che per queste accusa è stato arrestato e che ora è ai domiciliari per curarsi, nel corso del suo interrogatorio davanti alla giudice Chiara Valori ha spiegato che prima del suo arresto, nel novembre 2020, abusava talmente tanto di droga da aver perso il controllo sulla sua vita. Anche la sera della festa ne aveva presa in grande quantità e non ai era reso conto che la giovane donna che era con lui, anche lei stordita da un mix di cocaina e chetamina che l’imprenditore le aveva fatto prendere, non fosse consenziente. La ragazza, segregata per ore, una volta liberata lo ha denunciato. Dopo un periodo trascorso in carcere, adesso Genovese è in una comunità terapeutica per curarsi dalla sua dipendenza dalle droghe.
L’ex imprenditore ha parlato di quanto avvenne a Ibiza, il secondo episodio contestato dalla procura di Milano, nel luglio di due anni fa, nella sua residenza ‘Villa Lolita’, dove una modella di 23 anni avrebbe subito abusi sessuali. Genovese ha spiegato che lui quel giorno non ha percepito alcun rifiuto e che comunque la ragazza non ha manifestato, a suo dire, dissenso su rapporti sessuali con utilizzo di massicce dosi di cocaina e ketamina. E che solo ora, che è in una comunità, ha compreso quali possano essere gli effetti dell’abuso di droghe, comprese le convulsioni. La 23enne, infatti, era stata molto male quella notte nella villa di Ibiza. Per la presunta violenza nell’isola è imputata anche l’ex fidanzata di Genovese. Il 45enne ha sostenuto che era lui a chiederle di prendere parte a rapporti anche con altre donne.
Genovese ha ripercorso, in sostanza, la linea difensiva già resa nei verbali nel corso delle indagini, dicendo che fino al 2016 non aveva mai fatto uso di droghe e che sul suo cambio di stile di vita ha pesato il successo: si è trasformato, in pratica, da un ‘nerd’ in un imprenditore che incassava decine e decine di milioni di euro. Non ha saputo gestire questa fase, nemmeno le relazioni sociali e sentimentali, e ha iniziato prima a bere molto e poi a drogarsi. Ha anche riferito, stando a quanto si è saputo, che alle feste nelle sue residenze, tra cui l’ormai nota Terrazza Sentimento, tutti andavano ben sapendo che si facesse uso di droghe e che il tema fosse ‘cocaina e sessò, comprese le ragazze.
Oggi ha testimoniato anche la psicologa Chiara Pigni, consulente della difesa. Secondo la professionista i disturbi della personalità di Genovese, che gli hanno comportato serie difficoltà nelle relazioni sociali, hanno pure influito sul fatto che l’ormai ex imprenditore del web si sia poi rifugiato nell’abuso cronico prima di alcol e poi di droghe. La psicologa ha ripercorso il passato di Genovese (ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi), compresi gli ‘schemi’ da lui usati nelle relazioni affettive e il legame tra i suoi disturbi di personalità e l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti. In una relazione, firmata da due esperti nominati dalla difesa ed entrata negli atti, si è già sollevata la questione del vizio di mente al momento dei fatti per l’uso massiccio di droghe, su cui punta la difesa nel processo.