Michele Guerra è il nuovo sindaco di Parma. Il candidato del centrosinistra (appoggiato dal Pd e dal movimento del sindaco uscente Federico Pizzarotti), batte nettamente al ballottaggio Pietro Vignali (già sindaco di Parma dal 2007 al 2011) sostenuto dal centrodestra e tornato a sorpresa sulla scena dopo un patteggiamento a due anni per corruzione e peculato. Il neosindaco ha preso il 66%, contro il 34% dello sfidante. Il centrosinistra torna così a vincere a Parma: non accadeva dal 1998.
Assessore alla cultura della giunta in carica, Guerra era sostenuto dai partiti del centrosinistra e da “Effetto Parma“, il movimento che il sindaco uscente Federico Pizzarotti ha creato dopo la sua uscita dal M5s (Movimento che non ha preso parte alla tornata elettorale della città emiliana). “Siamo stati aiutati dalle scelte dei candidati degli avversari”, ha detto l’ex primo cittadino, esultando per la vittoria del suo candidato. Il centrodestra, infatti, nella città ducale si è spaccato. “Abbiamo costruito un campo forte, di centrosinistra nuovo per la città: l’auspicio è che possa essere un modello come lo è stato tante volte, un laboratorio politico, spero possa esserlo ancora”, ha commentato invece il neosindaco Guerra
Guerra ha 40 anni ed è professore ordinario di storia del cinema all’Università di Parma. Da assessore alla cultura è stato protagonista del titolo di capitale italiana della cultura che ha Parma ha avuto nel 2020, quando la pandemia ha di fatto annullato tutto il programma, poi prorogato nel 2021, in un contesto comunque complicato.
Il risultato del ballottaggio è, in un certo senso, sia all’insegna della continuità che della rottura: Guerra è infatti in totale sintonia con il sindaco uscente, con il quale ha partecipato all’esperienza di ‘Effetto Parma‘. La discontinuità sta però nel fatto che il principale partito di centrosinistra torna al governo della città dopo ben 24 anni di opposizione, visto che, prima dell’accordo, benedetto dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, il Pd era in minoranza. Adesso sarà il gruppo più numeroso in consiglio comunale, guiderà la coalizione e, con ogni probabilità, esprimerà il vicesindaco.
Fin dal primo turno il vantaggio di Guerra su Vignali era nettissimo, e non solo per il 44% a 21% di due settimane fa. Ma anche perché altri candidati sindaco nettamente opposti al centrodestra (liste civiche sostenute anche da Azione, Europa Verde e Potere al Popolo/Rifondazione) avevano totalizzato il 21% dei consensi. In questo senso Guerra stravince anche grazie alle scelte degli oppositori e il centrodestra paga anche la spaccatura iniziale: Vignali al primo turno era sostenuto infatti da Lega e Forza Italia, ma non da Fratelli d’Italia che ha preso il 7,5% con un candidato autonomo. Salvini e Meloni hanno polemizzato, in campagna elettorale, su questa scelta: al ballottaggio Fdi ha dato indicazioni di voto per Vignali, pur senza formalizzare un apparentamento. Molto bassa, anche a Parma, l’affluenza alle urne: al secondo turno, infatti, ha votato appena il 39,2%, oltre 12 punti percentuali in meno rispetto al primo turno di due settimane fa.