Allevi, sindaco uscente di Forza Italia sostenuto in modo compatto anche da Lega e Fratelli d’Italia, aveva dalla sua il clima di euforia generato dalla promozione in A della squadra dell'ex premier e di Galliani. E invece non è riuscito a trovare la riconferma (come avviene da anni a tutti i primi cittadini brianzoli)
Contro la maledizione di Monza, dove a nessun sindaco riesce da anni di fare due mandati di fila, nulla ha potuto nemmeno il comizio di Silvio Berlusconi che ha scelto il capoluogo brianzolo per la sua unica uscita pre ballottaggi. Dario Allevi, che partiva coi favori del pronostico e dal 47,12% ottenuto al primo turno, si è visto superare dal candidato del centrosinistra Paolo Pilotto, che ha colmato un gap di 7 punti ed è arrivato ieri al 51,21%, 862 voti in più dell’avversario. Eppure Allevi, sindaco uscente di Forza Italia sostenuto in modo compatto anche da Lega e Fratelli d’Italia, aveva dalla sua il clima di euforia generato dalla promozione in A dei biancorossi di Berlusconi e Galliani, tanto da far ritenere a molti che Monza fosse un fortino azzurro inespugnabile, unico capoluogo dove Forza Italia ha preso più voti degli alleati. Inutile per Allevi è stato anche l’apparentamento con il candidato civico Paolo Piffer, appoggiato da +Europa e Volt e con in dote il 5,79% del primo turno, un apparentamento che ha causato malcontento tra diversi elettori di Piffer.
Dopo una campagna dominata dal colore arancione, Pilotto ha ribaltato la situazione. Esponente del Pd, aveva vinto le primarie del centrosinistra contro un altro dem, Marco Lamperti. Docente al liceo classico Zucchi, consigliere comunale uscente ed ex assessore, Pilotto è stato appoggiato da un’alleanza piuttosto ampia tra Pd, Possibile, Europa Verde, Italia Viva-Psi, Azione, LabMonza e la lista Pilotto sindaco MonzAttiva, ma senza il Movimento 5 Stelle che nel capoluogo brianzolo non ha presentato alcuna lista. Prima del ballottaggio è arrivato l’apparentamento con il Movimento per Moccia del magistrato in pensione Ambrogio Moccia (1,99% due settimane fa).
Sull’esito elettorale ha pesato il calo dell’affluenza, passato dal 46,56% del primo turno al 36,82% del secondo: “Quando il 65% dei monzesi delega a un terzo degli elettori la scelta del sindaco, a chi fa politica, a chi si impegna, cadono un po’ le braccia”, ha detto Allevi a caldo. Sul risultato ha pesato anche la questione sicurezza, tanto cara all’elettorato di centrodestra, ma evidentemente irrisolta nei cinque anni della giunta Allevi, se in campagna elettorale una mattina i monzesi si sono svegliati con i manifesti di entrambi gli schieramenti che avevano lo stesso slogan: “Per noi la sicurezza è una cosa seria”.
Ad Allevi non ha portato fortuna l’intervento in prima persona di Berlusconi, che proprio a Monza ha cercato di rilanciare il futuro del suo partito (“tra un anno Forza Italia tornerà sopra il 20%”), lasciandosi però andare a barzellette ed appelli dal sapore piuttosto retrò (“saremmo tutti dei coglioni se non dessimo la città in mano ad Allevi per altri cinque anni”). Invece ora a guidare Monza sarà Pilotto: “Ci abbiamo creduto da sempre, grazie soprattutto a due parole chiave: le proposte, tante, e un approccio sorridente con la città e con la Brianza – ha detto dopo la vittoria -. Ora abbiamo una responsabilità forte perché c’è una quota di persone che non ha partecipato al voto e questo impone serenità nel confronto per costruire la città del domani”.