L'istituto ha affermato che presenterà ricorso contro la decisione. La vicenda riguarda una seria di grandi versamenti in contanti effettuati fino al 2012 da un uomo bulgaro poi condannato a 20 anni di reclusione per traffico di stupefacenti
Il gruppo bancario svizzero Credit Suisse è stato condannato oggi da un tribunale elvetico per non aver impedito il riciclaggio di denaro da parte di un trafficante di cocaina bulgaro. La banca, la più importante del paese insieme alla concorrente Ubs, rischia ora una multa di 2 milioni di franchi svizzeri (poco meno di 2 milioni di euro) e dovrà pagare 19 milioni di risarcimenti. Sono piccole cifre per un colosso del credito ma la condanna ha un alto valore simbolico, è la prima di questo genere emessa da un tribunale svizzero e fissa un precedente importante. L’istituto ha detto che presenterà ricorso contro la decisione. Credit Suisse si era difesa che i fatti contestati risalgono a 14 anni fa, ossia quando gli standard di vigilanza richiesti agli istituti bancari erano meno stringenti.
Tuttavia la legge legge svizzera prevede che i pubblici ministeri possano procedere penalmente contro le banche se ritengono che non abbiano fatto abbastanza per controllare i clienti ed eventuali collegamenti del denaro che depositano con attività illecite. Nel caso specifico Credit Suisse ha accettato versamenti cash da oltre 500mila euro per volta, secondo l’atto d’accusa di 515 pagine. Il principale imputato della vicenda è un uomo bulgaro condannato a 20 anni di reclusione per traffico di droga. L’uomo aveva mosso decine di tonnellate di cocaina in Europa tra il 2002 e il 2012 utilizzando aerei, navi e corrieri disposti a ingoiare palline di plastica contenenti cocaina.