Verità. La chiedono a gran voce i familiari delle 81 vittime del Dc9 Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, abbattuto la sera del 27 giugno 1980, a poca distanza dall’isola di Ustica. A 42 anni da quella strage la verità, infatti, è ancora lontana. “Nel 2008 il presidente emerito Francesco Cossiga ha indicato i francesi come responsabili dell’abbattimento dell’aereo civile, e la Procura di Roma ha riaperto le indagini sulla tragedia. Ma sono passati 14 anni e allora alla Procura chiediamo la verità sugli autori materiali che oggi deve finalmente essere completata”. Sono le parole della presidente dell’Associazione parenti delle vittime, Daria Bonfietti, durante la cerimonia per il 42esimo anniversario. Per questo rivolge un appello ai giudici ma anche al presidente del consiglio Mario Draghi, chiedendo “un impegno chiaro e forte al Governo e alla diplomazia affinché forniscano agli inquirenti ogni tipo di informazione da Stati amici ed alleati che avevano aerei in volo attorno al Dc9 quella sera”.
Quanto accaduto alle 20:59 di quel 27 giugno è ancora poco chiaro, tra sospetti, certezze e mezze conferme. Certo è che l’abbattimento del Dc9 è avvenuto in un contesto di guerra aerea, mentre nella zona erano in volo aerei francesi, statunitensi e libici. Mentre il volo di linea IH870 diretto a Palermo Punta Raisi si inabissava nella acque del Tirreno, intorno c’erano 21 aerei “senza nome” di diversi stati. Chi ha abbattuto l’aereo Itavia? A questa domanda non è mai arrivata una risposta mentre, in questi anni, intorno all’affaire Ustica ha regnato l’assordante silenzio di Francia, Stati Uniti e Libia,
Adesso, pero, “bisogna pur fare i conti in maniera definitiva su quella che è da sempre una ferita profonda alla dignità di un Paese che ha visto violati i confini, i diritti e le esistenze dei suoi cittadini innocenti”, ha ribadito Bonfietti. “Ci sono dei pezzi di verità ben conquistati, chiari, perché il Dc9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea, quindi si sa, lo ha detto un giudice della Repubblica, già dal 1999. E dato che si sa che è stato abbattuto un aereo civile in tempo di pace, è ancora più allucinante, non riuscire a mettere insieme l’altro pezzo di verità, quello si che manca, ovvero chi è stato ad abbattere il Dc9?”, chiede a gran voce la presidente dell’associazione dei parenti dei 77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio morti quella tragica sera.
“Bologna è la città che annovera il maggior numero di vittime “normali”, ovverosia cittadini e non Servitori dello Stato, come ad esempio Palermo. Ma, significativamente, e proprio nel trentennale delle Stragi di mafia, c’è un filo rosso che unisce Bologna a Palermo perché sull’aereo Itavia, tra le 81 vittime, vi erano molti siciliani”. Lo dice la procuratrice generale reggente di Bologna, Lucia Musti, in una dichiarazione all’Ansa per l’anniversario della Strage di Ustica. “Sentiamo parlare – ha aggiunto – di depistaggi, che sono una costante delle indagini sulle stragi, come dimostra il lavoro della Procura generale di Bologna che ha sostenuto che la Strage di Ustica ha anticipato ed è stata causa di accelerazione di quella del 2 agosto 1980 in stazione a Bologna“, conclude Musti.
Quella sera è stata impressa “una ferita profonda nella coscienza del Paese, ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, esprimendo “vicinanza e solidarietà a chi ha perso i propri cari”, sottolinea che “nella storia del Paese la memoria delle sofferenze è stata tenuta viva anche grazie all’impegno civile dei familiari. La loro sofferenza – ha aggiunto – è divenuta patrimonio comune mentre è responsabilità della Repubblica custodire la memoria delle tragedie che hanno caratterizzato il percorso della storia italiana per scongiurare che possano ripetersi”. Di ” ferita ancora aperta”, ha parlato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che conferma il suo impegno “per dare risposte alle famiglie che le attendono da troppo tempo”. Il presidente della Camera, Roberto Fico, risponde all’appello dei familiari delle vittime: “Ricordare la strage di Ustica oggi significa ribadire con forza la richiesta di verità e giustizia, contro ogni depistaggio, contro ogni falsità. E ribadire l’impegno delle istituzioni – ha aggiunto – per l’accertamento di ogni singolo aspetto di quanto avvenne quella notte nei cieli italiani”.