A meno di un anno dal suo insediamento (avvenuto nell’agosto del 2021), il Tar del Lazio ha annullato la nomina di Gabriele Paci a procuratore di Trapani. I giudici amministrativi romani hanno, infatti, accolto il ricorso del procuratore di Enna, Massimo Francesco Palmeri, che aveva impugnato i provvedimenti con i quali Paci, già procuratore aggiunto di Caltanissetta, è stato nominato alla guida della Procura di Trapani, ritenendoli illegittimi.
Secondo il Tar, infatti, il Consiglio superiore della magistratura avrebbe omesso di valutare adeguatamente i titoli e le esperienze vantate di Palmeri e, si legge nel ricorso, “Paci avrebbe avuto solo funzioni semi direttive, quale procuratore aggiunto presso la procura di Caltanissetta a fronte delle funzioni direttive svolte da Palmeri attualmente procuratore di Enna”. Il Tar Lazio ha rilevato come il giudizio espresso dal Csm presenti “plurimi profili di irragionevolezza” che non rendono “comprensibili le ragioni della prevalenza come la comparazione tra i due candidati fosse oggettivamente lacunosa”. Da qui ne conseguirebbe la “compromissione dell’impianto motivazionale, che non risulta completo nei necessari passaggi logici”. Per i giudici del Tar del Lazio il Csm ha omesso “di considerare la significativa esperienza che anche Palmeri può vantare nel contrasto alla criminalità organizzata“.
Da aggiunto a Caltanissetta, Paci ha rappresentato al pubblica accusa al processo Borsellino quater, quello nato dalle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, il pentito che ha ricostruito la fase esecutiva della strage di via d’Amelio. Ha indagato sul depistaggio delle indagini sulla strage del 19 luglio del 1992, a causa delle dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino. Già negli anni ’90 Paci, romano d’origine, aveva lavorato a Trapani occupandosi delle indagini su Cosa nostra, sulla guerra di mafia di Alcamo e su Matteo Messina Denaro, all’epoca un giovane boss in ascesa.