2. La quisquilia da bar è buona per introdurre “Una foresta” di Olmo Missaglia, lecchese, classe ’91, che si è formato come regista in Belgio e ha vinto la Biennale College Under 35, uno in grado di raccontare la sua generazione di millennials (vedi la recensione in dramaholic.it). Con pregevole creativa levità si fa perdonare anche l’ennesima citazione della Pulp Fiction Dance di Tarantino. Il giorno dopo, Olmo e il suo Travolta (l’attore e co-autore Romain Pigneul) aspettavano l’inizio della festa post-cerimonia del Leone quasi nascosti in un angolo, ‘precari e nervosi’ come da catalogo. Per la cronaca, ottima l’accoglienza del pubblico, anche grazie a una congrua schiera di amici e al ‘la’ entusiastico di un Forte applauso (Gianni Forte del duo ricci/forte, i direttori artistici: Ricci rimane nella parte del duro coi rayban anche quando il socio si lancia a fare il capo-claque con una professionalità da assistente di studio di David Letterman dei tempi d’oro).