Il presidente del Consiglio superiore di sanità: “Io credo che sostanzialmente stiamo andando verso una fase di endemizzazione. Poi ci sono dei picchi, come quelle di queste settimane, in cui possiamo definirci ancora in una fase di espansione e di larga circolazione virale"
L’epidemia di Covid non molla la presa e il tasso di positività nelle ultime settimane è cresciuto fino a superare il 24%, ma i contagi potrebbero anzi sono sicuramente molti di più. “C’è una chiara sottostima del numero dei nuovi casi, molti non vengono riportati perché fanno tamponi a domicilio – ha detto a Sky TG24 Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), ospite di Buongiorno – Osserviamo un incremento virale per il venir meno delle misure di protezione e all’alta contagiosità delle varianti Omicron circolanti, Ba.4 e Ba.5, che rappresentano insieme metà dei ceppi circolanti. Ba.5 è sopra il 30% ed è più contagiosa e in grado di sfuggire alla risposta immunitaria degli anticorpi. Oggi abbiamo percentuali di reinfezioni che sono all’8,4%, ricordo che nel periodo in cui circolava Delta eravamo al 2%”.
Con questa prospettiva e con il coronavirus, che mutando acquista sempre più la capacità di infettare, non si potrà evitare una nuova campagna vaccinale. “A partire da settembre-ottobre ci sarà una nuova campagna vaccinale ma personalmente darei priorità ai soggetti che sono esposti al rischio di sviluppare malattia grave: 60 anni può essere una soglia ma credo che anche abbassare a 50 anni sia ragionevole. L’importante è mettere in protezione i soggetti che sono maggiormente a rischio, ecco perché è importante pianificare adesso ciò che avverrà nei mesi d’inizio autunno” ha aggiunto lo scienziato. Una campagna vaccinale per fare quindi la quarta dose, dedicata alle persone a rischio di sviluppare una patologia grave, ma sempre senza obbligo definito ormai “una pagina chiusa”. “Non vedo ragioni ostative perché anche chi abbia un’età inferiore a 50 anni, su base volontaria, voglia vaccinarsi” ma, ha aggiunto, “per il personale sanitario è una condizione imprescindibile”.
Ma i vaccini – sviluppati in tempi record durante la prima ondata – vengono bucati dal virus anche se comunque la protezione contro la malattia grave e la morte resta alta. “Le varianti Omicron Ba.4 e Ba.5 eludono quella che è la risposta anticorpale neutralizzante ma fortunatamente i vaccini continuano ad essere altamente efficaci nella protezione della malattia grave. Anche coloro che hanno avuto Ba.1 possono reinfettarsi con Ba.5. Ci sono ormai in fase di avanzata valutazione – spiega Locatelli – i cosiddetti vaccini bivalenti in cui c’è una parte, la metà, rappresentata da Rna derivante dal ceppo originale di Wuhan e l’altra metà invece da Ba.1. Voglio essere chiaro, servono dei tempi per sviluppare i vaccini, ma i dati che abbiamo a disposizione indicano che questi vaccini bivalenti sono in grado di incrementare il titolo degli anticorpi neutralizzanti contro Ba.4 e Ba.5”.
Certo è che la nuova ondata, nonostante l’arrivo dell’estate e le temperature alte, desta più di una preoccupazione. “Io credo che sostanzialmente stiamo andando verso una fase di endemizzazione. Poi ci sono dei picchi, come quelle di queste settimane, in cui possiamo definirci ancora in una fase di espansione e di larga circolazione virale, ma la tendenza è quella che ho detto”. Sulla possibilità di una proroga dell’obbligo delle mascherine sui luoghi di lavoro, “credo che tutto vada contestualizzato rispetto alla tipologia di lavoro, la permanenza nei luoghi chiusi e il contatto con il pubblico, anche la presenza di soggetti fragili, possono essere una delle ragioni per raccomandare in maniera forte l’uso della mascherina come protezione indiretta per chi se infettato rischia di sviluppare la patologia grave. Una cosa che credo vada in qualche modo resa omogenea è l’approccio approccio tra impiego delle mascherine nel settore pubblico e privato, perché altrimenti rischiamo di dare un messaggio non comprensibile che se si basa su differenze di approccio”.