di Giulio Angelini
Io non fidandomi più di Beppe Grillo – che assomiglia sempre più ad un’eminenza grigia – da quando disse che Mario Draghi è un grillino, vedo in questa sua performance per salvare il Movimento un’ulteriore spinta verso l’abisso. Conte è una brava persona e forse non è un buon politico ma questo non lo ritengo un difetto, anzi, visti i risultati dei politici fin qui, sembra proprio un pregio raro. Che la politica sia ridotta ad un mercimonio è chiaro a tutti, ma che debba essere la protagonista incontrastata in eterno non deve essere così scontato. E, almeno per me, l’unico che può cambiare il corso di questa lurida politica è solo Giuseppe Conte.
L’avvocato dovrebbe affrancarsi da Grillo e creare un suo Movimento con quelli che credono (e non sono pochi) in un progetto veramente riformatore come quello iniziale del M5s. Ora il governo può cadere, non c’è nessuna emergenza all’orizzonte (certo, la guerra in Ucraina desta preoccupazioni ma è gestibile) e, se non cadesse perché Di Maio e FdI lo sosterrebbero, tanto peggio tanto meglio: Conte non sarebbe più connivente con un governo dei Peggiori.
Sono anche convinto che chi ha lasciato il M5s ritornerebbe all’ovile perché quella politica è un buco nero e chi ha lo stomaco tenero non può sopportare le porcate di certi personaggi.
Conte e i suoi collaboratori hanno un’opportunità importante che non devono lasciarsi sfuggire, perché il nocciolo duro della società civile è li che aspetta. Aspetta un discorso chiaro, onesto e che dia speranza a tutti in un Paese migliore. E, ripeto, l’unico leader che si vede all’orizzonte è Giuseppe Conte, coadiuvato da Alessandro Di Battista. L’uno prudente l’altro ribelle. Insieme in una nobile alchimia.