Dopo quattro mesi di conflitto, Mosca impiegherà anni per ripristinare le sue forze. E in quel lasso di tempo l’esercito di Vladimir Putin potrebbe “fare affidamento su altri mezzi come i cyberattacchi, i ricatti energetici o le armi nucleari per cercare di gestire e proiettare potere e influenza a livello globale”. A dirlo è la numero uno dell’intelligence Usa, Avril Haines, intervenendo a una conferenza del dipartimento del Commercio. Secondo la direttrice dell’entità federativa – che racchiude 17 agenzie e organizzazioni del governo federale degli Stati Uniti – a questo punto del conflitto le agenzie di intelligence statunitensi vedono tre possibili scenari.
Nel primo, il più probabile, si ipotizza il protrarsi della guerra e piccoli progressi – senza un vero e proprio sfondamento del fronte – da parte delle forze russe. Il secondo prevede che Mosca riesca a prevalere. Il terzo che l’Ucraina stabilizzi le linee del fronte ottenendo piccoli guadagni. La priorità di Putin adesso, ha spiegato ancora Haines, è “progredire nel Donbass e sconfiggere le forze ucraine, un’operazione che secondo Mosca porterà al crollo della resistenza interna”. Eppure, aggiunge la direttrice, le forze russe sono state “così indebolite” che appare “improbabile” che possano raggiungere gli obiettivi dichiarati dal presidente russo.
La versione ufficiale russa è ovviamente opposta. Putin in occasione della sua visita in Turkmenistan ha affermato che “Tutto sta andando secondo i piani“, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. Per quanto riguarda l'”operazione” in Ucraina, ha proseguito, “gli obiettivi della Russia non sono cambiati”. Per il leader del Cremlino, “l’obiettivo finale è la liberazione del Donbass e la creazione di condizioni che garantiscano la sicurezza della Russia stessa”, e le tattiche per raggiungere quest’obiettivo “possono essere diverse”. Il presidente russo si è esposto anche sulla scelta della Turchia di togliere il veto all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. “Vogliono unirsi alla Nato? Che lo facciano“, ha ribadito Putin – citato dal Guardian – alla tv di Stato russa sottolineando però come “devono capire che prima non c’era alcuna minaccia, mentre ora se i contingenti militari e le infrastrutture saranno dispiegati lì dovremo rispondere in modo simile e creare eguali minacce per i territori da cui vengono minacce nei nostri confronti”. Sarà inevitabile, ha aggiunto, che le relazioni di Mosca con Helsinki e Stoccolma si inaspriranno a causa della loro adesione. “Tra noi è andato tutto bene, ma ora potrebbero esserci delle tensioni. Di certo ci saranno: è inevitabile se c’è una minaccia per noi”, ha concluso.