Francesca Martinelli, originaria di Seriate in provincia di Bergamo, si è risvegliata dopo un'appendicectomia con una polineuropatia idiopatica: "Non controllavo più le mani, non avevo forza come se mi avessero tagliato i nervi, cadevo dalle scale" e aveva dovuto abbandonare la sua passione, cioè la musica. Ora è tornata a suonare
Quei tasti bianchi e neri diventati, una 40ina di anni fa, all’improvviso un ostacolo insormontabile, oggi con il diploma in pianoforte ottenuto al conservatorio di Cremona rappresentano il suo ritorno alla vita. “La musica”, racconta Francesca Martinelli, 50enne di Seriate (Bergamo) a ilfattoquotidiano.it, “che mi ha guarito le ferite dell’anima”. Aveva 12 anni quando, operata di appendicite sotto anestesia totale, si risveglia con una polineuropatia idiopatica, causata con tutta probabilità dal farmaco iniettatole per addormentarla. Inizia a soffrire di vertigini, perdita di equilibrio, ha grosse difficoltà a muovere gli arti, “non controllavo più le mani, non avevo forza come se mi avessero tagliato i nervi, cadevo dalle scale”. Tre note sulla tastiera e le mani erano già sfinite.
La fatalità della vita l’ha riportata vicino al pianoforte per caso. Un collega – lei lavora in banca – la invita a teatro in occasione di un concerto per staccare i biglietti d’ingresso. “Vedere un pianoforte ‘cantare’ mi ha fatto nuovamente innamorare”. Quindi Francesca riprende a studiare musica e solfeggio, ma non a suonare: le mani ancora non lo permettono. E poi ci sono il lavoro e due bambini piccoli da seguire. Poco dopo, quando Alice e Pietro crescono, Francesca, a 35 anni, riprende a suonare: “Senza farmi illusioni. Cambio otto maestri, ho ancora difficoltà nel quotidiano a muovere le mani, ma miracolosamente riesco a suonare il pianoforte. Voglio diventare una pianista”. Studi privati, conservatorio a Bergamo, poi a Cremona. “Ricordati di studiare Bach, mi dicevano, fa bene alle mani”. E oggi, dopo mille sacrifici, il coronamento di un sogno, uno schiaffo alla malattia: il diploma con il massimo dei voti (110/110) eseguendo Brahms e Schumann davanti ad una commissione con gli occhi lucidi. “Poter studiare per me è sempre stato un dono, una grande fortuna”. Adesso Francesca è già pronta ad un’altra sfida: “Repertori sempre più difficili che mettano ogni volta sempre più in difficoltà le mie mani”.
Nel video Francesca Martinelli/Étude Op. posth No. 1 in F minor from Trois Nouvelles études, Fryderyk Chopin