Il governo non si fa senza i 5 stelle“. E nessun’altra opzione è sul tavolo, perché “l’esecutivo è nato con il M5s e non può accontentarsi dell’appoggio esterno”. Se ieri, 29 giugno, Mario Draghi ci ha messo quasi dieci ore per smentire le rivelazioni sulle sue conversazioni con Beppe Grillo, oggi in conferenza stampa ha respinto qualsiasi ipotesi di crisi di governo. E anzi ha ribadito la necessità che, per andare avanti, il M5s sia all’interno della squadra. Poi, rispondendo a una domanda del Fatto quotidiano, ha negato di aver mai chiesto la rimozione di Giuseppe Conte perché “inadeguato”: “Non ho mai fatto queste dichiarazioni”, ha assicurato. E a proposito dei messaggi che, stando alle ricostruzioni M5s, si sarebbe scambiato con il garante del Movimento, ha detto di “non averli trovati”: “Mi dicono che ci sono riscontri oggettivi: vediamoli, li aspetto“. L’ex premier aveva detto di essere “sconcertato” e già nelle scorse ore i due si erano sentiti una prima volta: “Non ho mai fatto queste dichiarazioni”, ha detto Draghi. “Non sono mai entrato e non ho mai pensato di entrare nelle dinamiche delle forze politiche, io lavoro nell’interesse degli italiani e non capisco perché mi si voglia tirar dentro a questa faccenda, a cui sono estraneo”.

Draghi, che solo ieri sera è ritornato in anticipo dal vertice Nato proprio a causa delle frizioni dentro la maggioranza, oggi ha voluto dare segnali distensivi. E proprio mentre, da una parte, la base M5s spingeva per chiedere l’uscita dall’esecutivo e, dall’altra, il Carroccio minacciava di far saltare tutto se la maggioranza dovesse approvare lo Ius scholae. Il primo punto per Draghi è che non sono pensabili, almeno allo stato attuale, altri schemi di maggioranza. E lo ha detto anche al Capo dello Stato, dove è andato poco prima di iniziare il Consiglio dei ministri. E la presenza del M5s è la condizione necessaria perché lui vada avanti: “I Cinque Stelle danno un contributo importante“, ha detto davanti ai giornalisti, “e sono certo che continueranno a darlo nei prossimi mesi. Conte ha confermato che non è intenzionato ad uscire dal governo e a dare l’appoggio estero quindi mi baso su questo”. E ha garantito: “Questo è l’ultimo governo di legislatura in cui sono premier“. Ma soprattutto: “Non sono disposto a guidare un governo con un’altra maggioranza”. E ha smentito che qualcuno abbia chiesto “un rimpasto”. In generale, ha detto di essere tranquillo sulla tenuta dell’esecutivo: “Sono ancora ottimista, il governo non rischia perché l’interesse nazionale e degli italiani è preminente. Il governo è stato formato per fare e questa è la condizione che ha per fare. Il governo non si fa senza i 5 stelle, questa è la mia opinione“. Il M5s e la Lega intendono staccare la spina al governo? “Non lo so, glielo chieda, finora mi pare non ci sia stata alcuna espressione in questo senso”, ha replicato.

In generale il presidente del Consiglio ha cercato di mandare segnali rassicuranti, in particolare ai suoi membri del governo. Perché a creare problemi non ci sono solo le spinte M5s per la fuoriuscita, ma anche le minacce della Lega sullo Ius scholae. Alle quali anche il segretario dem Enrico Letta ha risposto dicendo che il Pd non prenderà parte ad altre maggioranze. Draghi, di fronte a quella che è in tutto e per tutto un polveriera, ha detto di essere riconoscente alle forze politiche per gli sforzi fatti finora: “Voglio fare una considerazione sull’azione del governo che ha ottenuto risultati importanti sul fronte internazionale (dal Consiglio Ue, al G7 e infine al vertice Nato), e importanti risultati sul fronte nazionale. Successi che sono merito di questa maggioranza di saper prendere decisioni con generosità e con l’interesse dell’Italia come bussola. Abbiamo davanti tante sfide che supereremo se avremo la stessa determinazione di questi mesi di governo”. Ma entrando più nello specifico dei temi che dividono la maggioranza, ha detto di non essere preoccupato: “La maggioranza che si divide su temi parlamentari (come ad esempio su Cannabis e Ius scholae) non creano problemi al governo“. E ha aggiunto che “sono proposte di iniziativa parlamentare e quindi il governo non prende posizione né io le commento. Su questi temi il governo non ha mai preso posizioni. Sono anche certo, forse sono ottimista – ha concluso – che queste diversità di vedute non portano difficoltà al governo“.

Sull’orizzonte di azione per i prossimi mesi, Draghi ha detto che pensa a “una azione di governo che renda il populismo non necessario”. E ha aggiunto: “Il populismo spesso è insoddisfazione, alienazione. E a questo si risponde facendo cose che interessano i cittadini”. Ai giornalisti che gli hanno chiesto chiarimenti sul rientro anticipato dal vertice Nato e, in particolare della foto che lo ritrae in disparte nel museo del Prado, si è giustificato: “Fin dall’inizio di questo viaggio”, ha sostenuto, “ho detto ai miei collaboratori che non sarei potuto rimanere fuori con tutte le cose che avevamo da fare. La serata era una cena conclusiva, si parlava di quadri, insomma c’era un’attività sociale e in quel momento io mi sono seduto ed ero in po’ stanco, ho fatto delle telefonate purtroppo sono stato sorpreso. D’altronde mi sarebbe stato impossibile telefonare con tutti davanti”.

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Draghi: “Dichiarazioni su Conte a Grillo? Si parla di messaggi e riscontri oggettivi, vediamoli, li aspetto”

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