Dopo la lista di proscrizione pubblicata dal Corriere della Sera, un nuovo report, presentato martedì in una sala della Camera dei deputati, torna a stilare una lista di giornalisti e intellettuali presunti “putiniani”. Il dossier “Disinformazione sul conflitto russo-ucraino“, realizzato dalla Federazione Italiana Diritti Umani (Fidu) e Open Dialogue (e presentato martedì a Montecitorio su iniziativa di alcuni deputati di Pd e +Europa), inserisce nella black list Alessandro Barbero e Corrado Augias, alcuni soggetti ormai abituati alle liste di proscrizione come Alessandro Orsini, Barbara Spinelli, Donatella Di Cesare, l’inviato di Raitre Marc Innaro, lo storico Franco Cardini e new entry come il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci.
Il giornalista Corrado Augias esprime la sua sorpresa dalle pagine di Repubblica con un articolo dal titolo: “Scusate, ma filorusso a chi?”. “Cadono le braccia. Non per l’accusa insensata ma per i suoi estensori. Mi chiedo – scrive Augias – dove prendano le loro informazioni, con quale criterio, quale preparazione, le valutino”. Augias sarebbe finito “sotto accusa” per un suo intervento nel corso del programma Rebus di Raitre: “Ho detto – sottolinea – che bisogna anche tenere presenti le ragioni storiche che possono avere motivato il dittatore russo nella sua aggressione all’Ucraina”.
Disinformazione, fake-news o opinioni personali? Il nuovo dossier non fa distinzioni. A presentare l’evento c’era il deputato del Pd Andrea Romano. E’ stato uno dei promotori insieme alla collega dem Lia Quartapelle e Riccardo Magi di +Europa. Questi due però, alla fine, non si sono presentati alla conferenza stampa di presentazione del dossier, affrettandosi – il giorno dopo – a prendere le distanze dal rapporto Fidu e Open Foundation che, scrivono in una nota, “confonde piani diversi, rischiando di creare liste di proscrizione che in questo caso hanno coinvolto professionisti impegnati da anni contro la disinformazione e per una informazione circostanziata sulla Russia”. “I bavagli, le pagelle di conformità lasciamole a quei regimi che poco hanno di democratico”, concludono i due deputati sottolineando che il dossier non è stato commissionato da loro, “né in alcun modo avallato”.
E dallo stesso Partito democratico arrivano critiche all’iniziativa. L’europarlamentare Pierfrancesco Majorino attacca su Twitter: “Se viene messo Augias nelle liste dei filoputiniani significa che fanno ridere quelle liste, non altro. L’ingerenza e la disinformazione – continua – sono cose serie da trattate con attenzione. Incredibile che ci siano parlamentari italiani che si prestino a ste cose“.