In attesa della sentenza di Appello bis, Marco Piagentini, portavoce dei familiari delle vittime del disastro di Viareggio, commenta le esternazioni che questa mattina, presentandosi in aula a Firenze, ha fatto ai giudici l’imputato Mauro Moretti, ex ad di Rete Ferroviaria Italiana e Ferrovie dello Stato condannato in primo grado, Appello e Cassazione per il disastro ferroviario. Gli altri reati a lui imputati, come l’omicidio colposo plurimo, sono caduti in prescrizione. Moretti, in aula, si è detto dispiaciuto per il dolore provocato ai familiari da alcune sue affermazioni riportate in questi anni dai media, che lo hanno dipinto come un uomo freddo e insensibile, quale lui non è. Tra queste affermazioni, ricordiamo la definizione di “spiacevole episodio” data al disastro ferroviario in occasione di un’audizione al Senato nel 2010, lo stesso anno in cui accettò di essere nominato Cavaliere al Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mentre era indagato per la morte di 32 persone. “Quando c’è un incidente sembra che caschi il mondo” disse poi l’ingegnere. A lui i viareggini non perdonano soprattutto il licenziamento, per mancanza di fedeltà all’azienda, pochi anni prima della pensione, di Riccardo Antonini, il ferroviere viareggino che gratuitamente si era messo a disposizione della famiglia di una vittima nella fase dell’incidente probatorio. “Nel momento in cui ha citato le vittime e i familiari ci siamo indignati perché non può venire a citarci dopo 13 anni utilizzandoli e strumentalizzandoli per un proprio tornaconto. Questo è vergognoso” commenta oggi, fuori dalla Corte d’Appello, Piagentini. “È l’amministratore delegato che in tutto il mondo, così ha detto lui, ha fatto un lavoro sulla sicurezza he nessuno ha mai fatto. Allora noi ci poniamo una semplice domanda: come è possibile che tutti i sistemi di sicurezza che lui ha elencato, e sono tanti, tutte le procedure, tutti i soldi che hanno messo per la sicurezza in questi anni, tutte le competenze che hanno messo a disposizione della sicurezza, a Viareggio il 29 giugno sia transitato un treno con una bomba sopra, con gli assili così marci che dal 1974 non venivano controllati? Ecco, questa è la domanda che sorge spontanea. E la risposta dove la troviamo? La risposta la troviamo all’interno del le sentenze di primo grado, di appello e di Cassazione, le quali uniformemente condannano l’ad di Ferrovie chiaramente a 7 anni e vedremo oggi che cosa confermerà la Corte di Appello”.