Limitare gli effetti della pressione turistica (overtourism) nei centri storici e arginare i processi (conseguenti) di abbandono abitativo e riduzione delle attività commerciali tradizionali: sono i temi dell’ “operazione salva centri storici”, una recente proposta di legge promossa dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, che nasce dall’urgenza di salvaguardare identità e visibilità di centri storici e “agglomerati urbani di valore storico”. Uno strumento di intervento per preservare (o recuperare, a seconda dei casi) i caratteri identitari dei centri storici: “Siamo contro la rendita passiva e parassitaria”, ha spiegato Nardella presentando la proposta, “e vogliamo invertire la rotta sul turismo mordi e fuggi e la deregulation del commercio”. Il testo dà per la prima volta una definizione giuridica di “centro storico”: ad oggi non esiste una normativa generale, quindi la legge assume come riferimenti normativi l’articolo 9 della Costituzione e la Convenzione europea sul paesaggio, che insieme definiscono, sulla base di “motivi imperativi di interesse generale”, quali sono le misure applicabili per tutelare le città.

In Europa e Usa, come raccontato dal fattoquotidiano.it, diversi stati hanno già adottato soluzioni per combattere il fenomeno dell’overtourism: dall’Olanda alla Spagna, passando per la Francia, mentre in Italia i tentativi di regolamentazione fatti nel 2020 sono caduti nel vuoto e manca una legge nazionale che regolamenti il fenomeno. Il sindaco di Firenze ha annunciato che da settembre si farà promotore della raccolta firme, ne servono 50.000, necessarie per presentare il disegno di legge in Parlamento. La “legge Nardella” punta a “incentivare il ritorno della residenza in centro” e “regolare gli affitti turistici brevi come succede in altre città europee”, tutelare il commercio tradizionale e favorire il decoro “anche inducendo i proprietari di immobili degradati ed abbandonati ad intervenire per il loro restauro”.

Si articola in tre fasi: innanzitutto, la necessità di perimetrare le aree afflitte dalle criticità indicate. Poi l’individuazione, all’interno di queste aree “critiche”, di zone o immobili (pubblici e privati) che “a causa della condizione di utilizzazione o non utilizzazione, arrecano pregiudizio ai valori culturali e paesaggistici, all’ambiente, alla sicurezza pubblica oltre che al decoro, alla vivibilità e all’identità cittadina”. Ultima fase, definire le misure necessarie per, si legge nel testo della proposta, “recuperare la qualità, la bellezza e la funzionalità di tali zone”. Le disposizioni riguardano la definizione, per le aree interessate, di attività incompatibili con la “tutela dell’area” e di limiti da imporre al “mutamento delle destinazioni d’uso e delle relative categorie funzionali” – cosa può essere adibito ad Airbnb e cosa no. Viene inoltre proposto di istituire una “categoria funzionale residenziale – turistica” (per gli immobili che vengono affittati per brevi periodi), con la quale il comune potrà stabilire se, ad esempio, l’immobile di un determinato quartiere possa essere adibito alla locazione breve turistica tramite le grandi piattaforme (Airbnb appunto, Booking etc.), se un “immobile sia adatto ad un affitto turistico oppure no” o se sia stato superato il limite di locazioni di questo genere nell’area (“non si potrà avere una strada con dieci paninoteche attaccate l’una all’altra”).

Come avviene a Parigi, nel caso in cui in un’area interessata dalla proposta venga registrata una “carenza di alloggi per la residenza stabile”, con la “legge Nardella” il sindaco potrà definire un tetto per il numero e per la durata degli affitti degli immobili ad affitto turistico. Misure di intervento anche per titolari di negozi e botteghe storiche, per cui viene proposto di istituire un diritto di prelazione nel caso in cui vengano ceduti o venduti immobili di proprietà comunale o privata in cui hanno sede gli stessi negozi e botteghe storiche.

“Da qui a settembre” ha dichiarato il sindaco di Firenze, si svolgerà una “una campagna di ascolto e di confronto con le amministrazioni comunali, le associazioni delle imprese e con i residenti. Dialogheremo con gli altri Comuni, io porterò la proposta anche all’Associazione nazionale comuni italiani”. Saranno i comuni a definire quali siano le proprie “zone e sottozone critiche”, presentando una mappatura entro 18 mesi dall’approvazione della legge, con l’ok della Regione e delle Soprintendenze. Nardella ha già avuto un confronto con il ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini, con i referenti nazionali di Confcommercio e Confesercenti e con colleghi sindaci, di destra e sinistra: Luigi Brugnaro per Venezia, Giorgio Gori per Bergamo, Roberto Gualtieri per Roma.

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