Aveva detto no, ma adesso si immola in nome del M5s. È Barbara Floridia, sottosegretaria all’Istruzione, la candidata del Movimento alle primarie siciliane del centrosinistra. Un nome deciso all’ultimo istante, o quasi. I Cinque Stelle arrivano al fotofinish – due ore prima della scadenza prevista per la mezzanotte del 30 giugno – per scegliere il loro volto per le primarie dalle quali verrà fuori il prescelto per la corsa alla guida della Regione Sicilia alle elezioni del prossimo autunno. La neo candidata è un’insegnante di Lettere di 45 anni, originaria di Venetico (Messina), diventata nota nel 2015 per un video fatto in casa in cui con una serie di cartelli (in stile Love Actually) attaccava la riforma della scuola del governo di Matteo Renzi. Un video che fece il giro del web.
Poco dopo la senatrice ha aderito al M5s ed è stata candidata sindaca alle comunali di Venetico del 2017, arrivando solo quarta con 422 voti. Si ritrovò poi catapultata d’improvviso nella lista dei candidati al Senato del 2018 per la defezione di Ornella Bertorotta, ritiratasi perché indagata per tentata concussione. Raggiunse l’elezione facilmente: fu l’annata in cui i grillini siciliani fecero man bassa di voti, addirittura ottenendo più seggi dei candidati a disposizione. A Palazzo Madama dal marzo del 2018, l’insegnante messinese (dopo anni al Nord ha poi insegnato al liceo Maurolico di Messina) è dal febbraio del 2021, col governo Draghi, sottosegretaria al ministero dell’Istruzione. Poco conosciuta in Sicilia, oltre i confini del Messinese (il marito, Santi Grillo, è direttore di un grosso centro commerciale di Milazzo), la sua candidatura è considerata una scelta terza per evitare spaccature nel gruppo sull’Isola. Mercoledì pomeriggio, collegata in riunione con i siciliani del Movimento, aveva rifiutato l’ipotesi di una sua candidatura. Le pressioni delle ore successive l’hanno infine fatta capitolare.
“Non stiamo arrivando in ritardo: siamo ultimi ma siamo in tempo”, sottolinea Giancarlo Cancelleri, sottosegretario alle Infrastrutture, leader dei Cinque Stelle in Sicilia (dove è stato già candidato alla presidenza due volte). L’arrivo solo al fotofinish è però frutto delle spaccature interne al Movimento che pur avendo messo in campo candidati già da gennaio e pur avendo scelto assieme agli alleati la data della scadenza per presentare le candidature, è l’unico ad arrivare all’ultimo minuto: Pd e Sinistra hanno presentato la scorsa settimana le candidature di Caterina Chinnici e di Claudio Fava. Ma perché il M5s non era altrettanto pronto? “Semplicemente per un dibattito interno”, ribadisce il sottosegretario. Ma è innegabile che la scissione di Luigi Di Maio abbia sparigliato le carte, questo nonostante in Sicilia abbia portato poche defezioni e nessuna nel gruppo all’Assemblea regionale, considerato come il cuore del partito nell’isola. A passare con il ministro degli Esteri, però, è stato Francesco D’Uva, unico siciliano nel comitato territoriale. Al momento, comunque, i grillini isolani sono rimasti compatti di fronte alla scissione. E lo stallo in cui si sono impantanati negli ultimi giorni ha però una causa precisa: il limite del secondo mandato. Ovvero quello che impedisce proprio a Cancelleri di partecipare alla corsa per le Regionali per la terza volta.
Così che fino all’ultimo il sottosegretario ha lavorato per ottenere la deroga portando i suoi a stirare i tempi il più possibile. Un lavoro diplomatico per convincere Beppe Grillo ad allentare il vincolo che si è intensificato da lunedì, ovvero da quando Grillo ha iniziato il giro di consultazioni con i parlamentari del M5s a Roma. Il siciliano aveva l’appoggio di Giuseppe Conte ma il garante dei Cinque Stelle si è rivelato inamovibile. Dopo giorni in cui la tensione andava crescendo, Cancelleri, nel tardo pomeriggio di mercoledì, ha infine deciso di fare un passo indietro, rinunciando alla candidatura. “La discussione a Roma è diventata a tratti paradossale”, ha esordito così Cancelleri in una conferenza stampa convocata poco dopo la decisione del passo indietro. Visibilmente provato, il sottosegretario si è presentato di fronte ai giornalisti, giovedì mattina a Palazzo dei Normanni, a Palermo, per spiegare il perché del suo ritiro: “Non si è parlato di fare una riflessione serena sul limite ai due mandati: questa discussione è andata a finire completamente sopra di me. Non me la sono sentita, infine, di diventare il pomo di discussione di una vicenda che va, invece, affrontata con serietà”.
La deroga per accedere al terzo mandato: è stato questo che ha provocato uno stallo diventato nei giorni sempre più imbarazzante per i grillini siciliani. Titoli di agenzie e giornali, contraddittori sulla posizione di Grillo sul vincolo, si rincorrevano nelle chat dei gruppi pentastellati. Ma sono stati soprattutto i tanti retroscena svelati sui giornali che hanno convinto Cancelleri a mollare: “Nel racconto da parte dei giornali, ci sono stati soprattutto racconti – ha continuato il sottosegretario – fatti da fonti del movimento, certamente i giornalisti non si inventano dichiarazioni di un certo tenore: mi sento per questo di togliere l’equivoco delle mie parole”. Così ha voluto mettere chiarezza: “Non esco dal Movimento, perché non esco da casa mia” e “chiunque verrà scelto, tutti insieme lo sosterremo e faremo vedere i nostri sforzi”, così il due volte candidato del M5s alla guida della Regione, parla da allenatore di una squadra da tenere unita. Ma lo stallo nella scelta del candidato è andato ben oltre il ritiro di Cancelleri. Dopo il suo forfait la scelta sul nome ha impiegato, infatti, un’altra lunga giornata. In campo, infatti, a quel punto restava soprattutto Luigi Sunseri, consigliere regionale, che aveva dato la sua disponibilità già da gennaio. La sua candidatura però è stata considerata troppo divisiva, soprattutto per un post di Sunseri dello scorso 17 giugno dal contenuto nettamente a sfavore della deroga. La scelta a quel punto doveva ricadere su una candidatura che non spaccasse il movimento. Alle 21 di giovedì i siciliani del M5s erano ancora in attesa della decisione di Conte. Un’ora dopo è infine arrivata la scelta dell’ex premier. Ora i grillini dovranno recuperare un gap importante, e procedere spediti per una campagna elettorale di una ventina di giorni. Per le primarie si voterà, infatti, il 23 luglio. E tra i grillini il timore di soccombere alle prime primarie con Pd e Sinistra è diffusissimo.
Politica
Barbara Floridia è la candidata M5s alla primarie in Sicilia: escluso Cancelleri, Conte al fotofinish sceglie la sottosegretaria
La senatrice e sottosegretaria all’Istruzione ha ottenuto il via libera a un paio d’ore dalla scadenza del termine per la presentazione della candidatura. Dopo il passo indietro di Giancarlo Cancelleri, l'altro nome possibile era quello del deputato regionale Luigi Sunseri
Aveva detto no, ma adesso si immola in nome del M5s. È Barbara Floridia, sottosegretaria all’Istruzione, la candidata del Movimento alle primarie siciliane del centrosinistra. Un nome deciso all’ultimo istante, o quasi. I Cinque Stelle arrivano al fotofinish – due ore prima della scadenza prevista per la mezzanotte del 30 giugno – per scegliere il loro volto per le primarie dalle quali verrà fuori il prescelto per la corsa alla guida della Regione Sicilia alle elezioni del prossimo autunno. La neo candidata è un’insegnante di Lettere di 45 anni, originaria di Venetico (Messina), diventata nota nel 2015 per un video fatto in casa in cui con una serie di cartelli (in stile Love Actually) attaccava la riforma della scuola del governo di Matteo Renzi. Un video che fece il giro del web.
Poco dopo la senatrice ha aderito al M5s ed è stata candidata sindaca alle comunali di Venetico del 2017, arrivando solo quarta con 422 voti. Si ritrovò poi catapultata d’improvviso nella lista dei candidati al Senato del 2018 per la defezione di Ornella Bertorotta, ritiratasi perché indagata per tentata concussione. Raggiunse l’elezione facilmente: fu l’annata in cui i grillini siciliani fecero man bassa di voti, addirittura ottenendo più seggi dei candidati a disposizione. A Palazzo Madama dal marzo del 2018, l’insegnante messinese (dopo anni al Nord ha poi insegnato al liceo Maurolico di Messina) è dal febbraio del 2021, col governo Draghi, sottosegretaria al ministero dell’Istruzione. Poco conosciuta in Sicilia, oltre i confini del Messinese (il marito, Santi Grillo, è direttore di un grosso centro commerciale di Milazzo), la sua candidatura è considerata una scelta terza per evitare spaccature nel gruppo sull’Isola. Mercoledì pomeriggio, collegata in riunione con i siciliani del Movimento, aveva rifiutato l’ipotesi di una sua candidatura. Le pressioni delle ore successive l’hanno infine fatta capitolare.
“Non stiamo arrivando in ritardo: siamo ultimi ma siamo in tempo”, sottolinea Giancarlo Cancelleri, sottosegretario alle Infrastrutture, leader dei Cinque Stelle in Sicilia (dove è stato già candidato alla presidenza due volte). L’arrivo solo al fotofinish è però frutto delle spaccature interne al Movimento che pur avendo messo in campo candidati già da gennaio e pur avendo scelto assieme agli alleati la data della scadenza per presentare le candidature, è l’unico ad arrivare all’ultimo minuto: Pd e Sinistra hanno presentato la scorsa settimana le candidature di Caterina Chinnici e di Claudio Fava. Ma perché il M5s non era altrettanto pronto? “Semplicemente per un dibattito interno”, ribadisce il sottosegretario. Ma è innegabile che la scissione di Luigi Di Maio abbia sparigliato le carte, questo nonostante in Sicilia abbia portato poche defezioni e nessuna nel gruppo all’Assemblea regionale, considerato come il cuore del partito nell’isola. A passare con il ministro degli Esteri, però, è stato Francesco D’Uva, unico siciliano nel comitato territoriale. Al momento, comunque, i grillini isolani sono rimasti compatti di fronte alla scissione. E lo stallo in cui si sono impantanati negli ultimi giorni ha però una causa precisa: il limite del secondo mandato. Ovvero quello che impedisce proprio a Cancelleri di partecipare alla corsa per le Regionali per la terza volta.
Così che fino all’ultimo il sottosegretario ha lavorato per ottenere la deroga portando i suoi a stirare i tempi il più possibile. Un lavoro diplomatico per convincere Beppe Grillo ad allentare il vincolo che si è intensificato da lunedì, ovvero da quando Grillo ha iniziato il giro di consultazioni con i parlamentari del M5s a Roma. Il siciliano aveva l’appoggio di Giuseppe Conte ma il garante dei Cinque Stelle si è rivelato inamovibile. Dopo giorni in cui la tensione andava crescendo, Cancelleri, nel tardo pomeriggio di mercoledì, ha infine deciso di fare un passo indietro, rinunciando alla candidatura. “La discussione a Roma è diventata a tratti paradossale”, ha esordito così Cancelleri in una conferenza stampa convocata poco dopo la decisione del passo indietro. Visibilmente provato, il sottosegretario si è presentato di fronte ai giornalisti, giovedì mattina a Palazzo dei Normanni, a Palermo, per spiegare il perché del suo ritiro: “Non si è parlato di fare una riflessione serena sul limite ai due mandati: questa discussione è andata a finire completamente sopra di me. Non me la sono sentita, infine, di diventare il pomo di discussione di una vicenda che va, invece, affrontata con serietà”.
La deroga per accedere al terzo mandato: è stato questo che ha provocato uno stallo diventato nei giorni sempre più imbarazzante per i grillini siciliani. Titoli di agenzie e giornali, contraddittori sulla posizione di Grillo sul vincolo, si rincorrevano nelle chat dei gruppi pentastellati. Ma sono stati soprattutto i tanti retroscena svelati sui giornali che hanno convinto Cancelleri a mollare: “Nel racconto da parte dei giornali, ci sono stati soprattutto racconti – ha continuato il sottosegretario – fatti da fonti del movimento, certamente i giornalisti non si inventano dichiarazioni di un certo tenore: mi sento per questo di togliere l’equivoco delle mie parole”. Così ha voluto mettere chiarezza: “Non esco dal Movimento, perché non esco da casa mia” e “chiunque verrà scelto, tutti insieme lo sosterremo e faremo vedere i nostri sforzi”, così il due volte candidato del M5s alla guida della Regione, parla da allenatore di una squadra da tenere unita. Ma lo stallo nella scelta del candidato è andato ben oltre il ritiro di Cancelleri. Dopo il suo forfait la scelta sul nome ha impiegato, infatti, un’altra lunga giornata. In campo, infatti, a quel punto restava soprattutto Luigi Sunseri, consigliere regionale, che aveva dato la sua disponibilità già da gennaio. La sua candidatura però è stata considerata troppo divisiva, soprattutto per un post di Sunseri dello scorso 17 giugno dal contenuto nettamente a sfavore della deroga. La scelta a quel punto doveva ricadere su una candidatura che non spaccasse il movimento. Alle 21 di giovedì i siciliani del M5s erano ancora in attesa della decisione di Conte. Un’ora dopo è infine arrivata la scelta dell’ex premier. Ora i grillini dovranno recuperare un gap importante, e procedere spediti per una campagna elettorale di una ventina di giorni. Per le primarie si voterà, infatti, il 23 luglio. E tra i grillini il timore di soccombere alle prime primarie con Pd e Sinistra è diffusissimo.
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Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “La presentazione di Fondazione Bicocca è un momento importante perché Bicocca ha già dimostrato, spostandosi in quest'area geografica della città, di fare tanto per il territorio in cui è immersa, con una trasformazione ambientale e strutturale". Lo afferma Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
"Basti pensare - dice - a tutti gli investimenti sul verde che ha fatto e che circondano quest'area, ma soprattutto culturale, sulla parte che riguarda la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, la possibilità di avvicinare e orientare ancora di più tante ragazze e ragazzi alle materie che l’Università Bicocca rappresenta in questo territorio. Ora attraverso la Fondazione, si cerca di creare quel ponte ancora più esplicito, ancora più forte con il mercato del lavoro”.
"L’obiettivo della Fondazione è trasformare da un lato il mercato del lavoro, avvicinandolo sempre di più alle aspettative di tante ragazze e ragazzi, dall'altro lato avvicinare questo patrimonio di giovani alle proposte che ci sono nel mercato del lavoro, orientandoli e formandoli nel modo corretto a fronte delle tante vacancies che ci sono in diversi settori. Un obiettivo molto utile non solo a Milano, ma al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il costo delle bollette in Italia ha raggiunto picchi insostenibili per famiglie e imprese. Oggi la segretaria Schlein ha dimostrato che sono possibili interventi urgenti e immediati per abbassare il costo dell’energia. Nello stesso giorno in cui il governo Meloni fa slittare il cdm per affrontare la questione: sono nel caos. Seguano le proposte del Pd, perché gli italiani non possono rimetterci di tasca propria per l’incompetenza di questa destra". Lo scrive sui social Alessandro Zan del Pd.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Non è più procrastinabile un intervento del Governo per contenere i costi delle bollette, oramai insostenibili per milioni di italiani. Governo e maggioranza facciano proprie le proposte del Pd avanzate da Elly Schlein e tutte a costo zero. Proposte semplici, chiare ed efficaci. Approviamole con spirito bipartisan per il bene del Paese". Così in una nota il senatore del Pd Michele Fina.
"Dopo che il taglio delle accise, promesso dalla presidente Meloni, era rimasto intrappolato nella distanza che c'è tra il dire e il fare e nulla è stato fatto è ora che maggioranza e governo prendano atto della gravità della situazione. Come si fa a non rendersi conto che questa emergenza bollette si aggiunge all’aumento di carburante, RC Auto e pedaggi, beni alimentari, materiale scolastico e affitti? Una situazione sconfortante che si va ad aggiungere ad una economia che arretra da 750 giorni, proprio mentre attendiamo gli effetti nefasti dei dazi di Trump".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Si riunirà domani pomeriggio il gruppo Pd della Camera e all'ordine del giorno c'è anche la questione della pdl Cisl sulla partecipazione dei lavoratori. Dopodomani infatti si riunirà in mattinata il Comitato dei 9 e quindi è atteso il provvedimento in aula. Provvedimento sul quale si sono registrate sensibilità diverse tra i dem. Con il disagio dell'area riformista, in particolare, a dire no all'iniziativa promossa dalla Cisl. Per un altro pezzo dei dem invece, come Arturo Scotto e Maria Cecilia Guerra, il testo base è stato stravolto dalla maggioranza ed è quindi insostenibile. Testo su cui, per altro, ha messo il cappello la stessa premier Giorgia Meloni parlando all'ultima assemblea Cisl.
I dem, per trovare una quadra, si erano già confrontati nelle settimane scorse in una riunione del gruppo a Montecitorio. Si era deciso di rinviare la decisione sul voto, in attesa di vedere se la maggioranza si fosse resa disponibile ad accogliere alcune modifiche, in aula, proposte dal Pd. "Attendiamo un segnale", si era detto. A quasi un mese di distanza però il 'segnale' non sembra arrivato. Dice Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro: "Noi abbiamo tenuto sempre come bussola il merito. E votare no al mandato al relatore, è stata un scelta di merito perchè il testo base Cisl è stato completamente stravolto e peggiorato. Tanto che viene da chiedersi come sia possibile che un grande sindacato come la Cisl possa riconoscere come proprio il provvedimento che arriva in aula...".
"Ma -aggiunge- abbiamo detto che eravamo disponibili a modificare il nostro no in commissione, se in aula la maggioranza avesse dato l'ok ad alcune significative modifiche. Al momento, però non abbiamo avuto alcun segnale in questa direzione". E quindi, va a finire che il Pd si divide? "Non credo proprio". Magari si va verso un'astensione? "Domani abbiamo il gruppo, discuteremo domani".
Roma, 24 feb. (Adnkronos Salute) - L'intervento e le cure per il tumore al seno possono avere un forte impatto sulla sfera emotiva e sessuale della donna; il bisogno di recuperare femminilità e intimità, così come il desiderio di maternità, sono molto sentiti dalle pazienti, che però non ne parlano. Lo confermano i dati di un'indagine condotta da Iqvia e promossa da Europa Donna Italia per comprendere l'impatto della malattia sull'identità femminile e la relazione di coppia. I risultati sono stati presentati nel corso del convegno scientifico 'Rəvolution in medicine', che si è tenuto sabato 22 febbraio all'università degli Studi di Milano.
Oltre il 90% delle donne riscontra problemi legati alla sfera sessuale in seguito a interventi e trattamenti per il tumore al seno, ma il 66% non ne parla con nessuno e il 42% rinuncia a gestirli, evidenzia la ricerca coordinata da Isabella Cecchini, responsabile del Centro studi Iqvia Italia, che ha coinvolto 382 donne con diagnosi di tumore al seno di diverse fasce di età e a diverso stadio di malattia. I risultati indicano che le tematiche relative a emozioni e sessualità sono percepite importanti per il 72% del campione, ma restano taciute non solo dalle donne stesse - principalmente per timore, vergogna, idea che siano aspetti secondari rispetto alle priorità dettate dalla malattia - ma anche dai medici.
"Rispetto agli esordi del mio essere oncologa - dichiara Manuelita Mazza, oncologa della Senologia medica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano e responsabile scientifica di 'Rəvolution in medicine' - la vita delle pazienti è cambiata. In poco più di vent'anni ho assistito a grandi passi avanti nella capacità di curare il tumore al seno, anche nelle forme metastatiche; tuttavia, se si guarisce sempre di più e l'aspettativa di vita è più lunga, non sono certa sia anche più larga, più piena, più densa di vita stessa. La salute sessuale è un aspetto puntualmente trascurato del benessere di chi ha una diagnosi impegnativa come il tumore al seno, specie se metastatico, ma è parte integrante del benessere di ciascuna donna e non può essere un argomento omesso a fronte di una diagnosi di tumore al seno".
"Fornire alla paziente informazioni chiare sugli effetti collaterali sessuali dei trattamenti e, se desiderato, includere il partner nelle discussioni cliniche può fare una grande differenza - prosegue Mazza - Questa apertura non solo supporta meglio la paziente, ma le permette di sentirsi compresa in una delle sfere più intime e vulnerabili della sua vita".
I dati presentati confermano quanto un cambio di passo sia necessario: appena il 22% delle donne intervistate ha un alto livello di consapevolezza dell'impatto delle terapie sulla propria sessualità, l'11% ha interrotto la relazione con il proprio partner dopo la diagnosi di tumore al seno e 2 coppie su 3 hanno interrotto i rapporti sessuali. Anche sul fronte della maternità emergono dati significativi: solo 3 pazienti su 4 parlano del desiderio di diventare madri con il proprio medico di riferimento, e la comunicazione risulta chiara e rassicurante appena per la metà di esse, con il risultato che troppo spesso si rinuncia al proprio progetto di vita perché non si sono ricevute informazioni adeguate.
"E' il momento di promuovere un cambiamento - commenta Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia - e far sì che i problemi riscontrati dalle pazienti nella sfera emotiva e sessuale escano dal cono d’ombra del tabù. Le donne chiedono un supporto specifico da parte dei medici e vorrebbero essere affiancate anche dagli psiconcologi. L'impegno di Europa Donna in queste direzioni non mancherà. Già dal 2022 abbiamo avviato il progetto 'Come Prima', dedicato al recupero della femminilità e al desiderio di maternità delle donne con tumore del seno, coinvolgendo le pazienti, i loro partner e i medici con materiale informativo e appuntamenti dedicati, e proseguono i nostri sforzi per promuovere e normalizzare il dialogo tra pazienti e professionisti sanitari, medici in primis, anche su questi aspetti. Non dimentichiamo che la presa in carico delle pazienti deve prendere in considerazione non solo la malattia di per sé, ma la donna nella sua interezza, con i suoi bisogni fisici e psicologici".