Il presidente del Consiglio e il suo predecessore, ora presidente del M5s, negli scorsi giorni hanno vissuto momenti di tensione dopo le rivelazioni riguardo le conversazioni del primo con Beppe Grillo
Una breve chiamata per darsi appuntamento a lunedì 4 luglio quando, quasi sette giorni dopo l’inizio delle tensioni, ci sarà il faccia a faccia. Intorno alle 16.30 Mario Draghi e Giuseppe Conte si sono sentiti al telefono: una breve conversazione, stando a quanto rivelato dai rispettivi staff, e che ha semplicemente rinviato il chiarimento. L’idea di un colloquio di persona era stata avanzata dallo stesso Draghi dopo le polemiche per le rivelazioni sulle conversazioni avute con Beppe Grillo. Oggi lo stesso Conte, intercettata da Agorà Estate, aveva detto: “Sì lo vedrò oggi”. Poi, però, il rinvio. E il segno che la situazione ancora non è tranquilla, lo ha dato lo stesso leader M5s: intercettato al termine del convegno Cgil, alla domanda se “si fida di Draghi”, ha risposto che “ne parleremo lunedì”.
Il confronto tra i due arriva dopo una settimana molto tesa e, soprattutto, dopo che lo stesso Draghi in conferenza stampa ha dichiarato che non è disposto a guidare governi che abbiano altre maggioranze. Il caso è scoppiato mercoledì: il sociologo Domenico De Masi, intervistato dal Fatto quotidiano, ha riferito di aver saputo dal fondatore M5s che il premier gli avrebbe chiesto la rimozione di Conte. Parole che prima il premier, impegnato nel vertice Nato, a domanda diretta non ha smentito. Salvo poi, dieci ore dopo, inviare una velina che prendeva le distanze da quelle parole.
Ma il chiarimento ufficiale è arrivato durante la conferenza stampa del 30 giugno, subito dopo il Consiglio dei ministri: “Il governo senza i 5 stelle non si fa”, ha detto Draghi. E soprattutto, ha negato di aver pronunciato quelle frasi. “Non ho mai fatto queste dichiarazioni”, ha detto Draghi. “Non sono mai entrato e non ho mai pensato di entrare nelle dinamiche delle forze politiche, io lavoro nell’interesse degli italiani e non capisco perché mi si voglia tirar dentro a questa faccenda, a cui sono estraneo”. Poi, in riferimento ai messaggi che si sarebbero scambiati, ha replicato: “Mi dicono che ci sono riscontri oggettivi: vediamoli, li aspetto”. L’ex premier, dopo le rivelazioni di De Masi, aveva detto di essere “sconcertato” e già mercoledì aveva sentito telefonicamente il premier per un primo chiarimento.