Il leader Cinque stelle chiarisce il suo punto di vista alla vigilia del faccia a faccia di lunedì con il presidente del Consiglio, decisivo nell'ottica di una possibile uscita dal governo dopo l'addio del ministro degli Esteri. "Sarà un incontro molto importante", dice sul palco di un evento di AreaDem a Cortona. "Sarà un'occasione per chiarire il nostro disagio politico, ci sono stati vari passaggi sofferti. Ma credo di non aver mai posto questioni legate a bandierine o interessi di bottega. Se rimarremo nella maggioranza? Le decisioni le prendiamo come comunità, valuteremo coi nostri organi politici"
“Non è solo questione di dichiarare l’importanza del Movimento 5 stelle nell’ambito di questa maggioranza, bisogna essere conseguenti“. Giuseppe Conte chiarisce il suo punto di vista alla vigilia del faccia a faccia con il premier Mario Draghi, decisivo nell’ottica di una possibile uscita del Movimento 5 stelle dal governo, dopo l’addio di Luigi Di Maio e dei parlamentari a lui vicini. Ieri Draghi in conferenza stampa ha assicurato che “il governo non c’è” senza il partito fondato da Beppe Grillo e ha detto di non prendere in considerazione di andare avanti con l’appoggio esterno. Quello di lunedì “sarà un incontro molto importante”, dice il leader M5s sul palco di un evento di AreaDem, la corrente Pd che fa capo al ministro Dario Franceschini, a Cortona (Arezzo). “Sarà un’occasione per chiarire il nostro disagio politico, ci sono stati vari passaggi che si sono accumulati e per noi sono stati molto sofferti. Ma credo di non aver mai posto questioni legate a bandierine o interessi di bottega: potete non essere d’accordo, ma sono questioni politiche serie, legate alla transizione ecologica, a questioni geopolitiche importanti. Ricorderete come quando si è parlato di riarmo, di arrivare al 2% di Pil in spese militari, abbiamo detto: “Guardate che c’è una situazione economica che sarà sempre più insidiosa”. È dato di ieri che abbiamo superato l’8% di inflazione”.
Lucia Annunziata, che modera l’evento a cui partecipano anche il segretario dem Enrico Letta e il leader di Articolo 1 Roberto Speranza, chiede a Conte se si aspettava la fuoriuscita dei deputati “dimaiani”. “È chiaro che una scissione così non si fa nel giro di poche ore. È già da un po’ che viene coltivata un’agenda personale al di fuori del Movimento”, dice Conte. Alcuni dei vostri, lo provoca Annunziata, accusano proprio il presidente del Consiglio di aver ispirato il distacco. “Mi permetta di parlarne con Draghi lunedì: è inopportuno sviscerare qui questi aspetti”, risponde l’ex premier. L’esito dell’incontro deciderà un’eventuale uscita dal governo? “Le decisioni le prendiamo come comunità, abbiamo dato vita al governo in piena trasparenza, coinvolgendo tutti gli iscritti. Ora ci sarà un coinvolgimento degli organi politici che abbiamo e valuteremo. Ma questo passaggio di lunedì sarà importante per definire le rispettive visioni, posizioni e fare un punto su dove siamo arrivati”. Il leader 5s torna anche sul pretesto usato da Di Maio per lasciare il movimento con cui è stato eletto: “Nessuno si deve permettere, usando le sue funzioni ministeriali, di darmi dell’anti-atlantico perché quello sì è un atteggiamento irresponsabile”, attacca.
La prima domanda per Letta, invece, è se il “campo largo” del centrosinistra con il M5s sia messo a rischio da queste turbolenze. “Sarebbe paradossale se dopo aver vinto le amministrative noi fossimo qui a parlare del funerale del centrosinistra e del campo largo. Il voto di domenica ha confermato che siamo molto più forti nella realtà che nell’immagine che viene raccontata dai sondaggi”, risponde l’ex presidente del Consiglio. “Io mi sento di dire che le elezioni di domenica ci hanno insegnato che dobbiamo guardare al futuro con fiducia. Abbiamo davanti alcuni mesi nei quali andrà a terminare questa esperienza di governo unica e irripetibile, perché noi con Salvini al governo non ci andremo mai più. Sappiamo che alcune cose si possono ottenere e altre no. E alcune cose noi le faremo prima della fine di questa legislatura perché è giusto farle: la legislatura non finirà prima che abbiamo introdotto lo ius scholae“, la legge sulla cittadinanza in discussione in Aula alla Camera, assicura. “A maggior ragione – aggiunge – dopo aver ascoltato gli argomenti della destra”, che si oppone al provvedimento sostenendo che non sia una priorità per il Paese.
Il segretario dem prosegue e rivendica: “Io vedo che in tanti che annusano l’aria, che si acconciano già da ora per la vittoria del centrodestra, le imprese, i giornalisti… che vedono Giorgia Meloni già a Palazzo Chigi. Io sono sicuro di una cosa, Meloni a palazzo Chigi non ci andrà, il centrodestra le elezioni non le vincerà, perché le prossime elezioni le vinceremo noi“. Mentre per l’immediato giura: “Noi non sosterremo altri governi che non siano questo, se ci sono cambiamenti per quanto mi riguarda ci confrontiamo alle elezioni”. Anche per Speranza l’esperienza del campo largo dev’essere preservata: “Dobbiamo lavorare per progettare il futuro insieme, la partita è aperta e dobbiamo giocarla con tutto il coraggio possibile. Dall’altra parte c’è la destra… ma il lascito di Trump negli Usa lo avete visto? Mica possiamo scherzare. Dobbiamo lavorare per superare veti e incomprensioni“. Mentre Conte specifica: “Più che campo largo, vorrei parlare di un campo progressista. Mi interessa un progetto politico che preveda un’articolazione di impegni. Per questo occorre grande coesione e che tutti siano votati a perseguire obiettivi comuni. La coesione per me è più importante della larghezza“.