Sull’area dove verrà costruita la nuova pista da bob ci sono almeno una mezza dozzina di vincoli, eppure l’opera non sarà sottoposta a valutazione di impatto ambientale. Lo ha comunicato alla Conferenza dei servizi, che si è tenuta a Cortina, l’amministratore delegato della società Infrastrutture Milano-Cortina 2026 spa, Luigi Valerio Sant’Andrea, da febbraio commissario straordinario: “La mia nomina serve ad accorciare la catena legata ai procedimenti autorizzativi, in quanto il commissario è di fatto un’amministrazione integrata: può convocare le conferenze dei servizi e determinare le autorizzazioni, i pareri ai fini dell’inizio dei lavori della realizzazione dell’intervento”, ha spiegato. Con un’aggiunta significativa: “I tempi sono molto contenuti e quindi il legislatore ha ritenuto di utilizzare tutti gli strumenti per comprimere il più possibile la parte amministrativa e la realizzazione dell’opera. In parallelo, la Regione Veneto, per accelerare questo processo, ha avviato tutta l’attività istruttoria di questa fase progettuale”. Il cronoprogramma prevede l’inizio dei lavori in aprile 2023, l’inverno sarà dedicato agli atti amministrativi, la consegna è prevista per novembre 2024.
Che sia un percorso ad ostacoli, e contro il tempo, lo dimostra la serie di adempimenti da rispettare. Sono indicati nello studio di prefattibilità ambientale redatto da Nexteco srl (coordinatore Gabriele Cailotto) e Terre srl di Andrea Rossetto. In molti casi, però, controllore e controllato coincidono, viste le ampie competenze della Regione, che è coinvolta nella redazione del progetto. In ogni caso, il fondovalle di Cortina è circondato dal Parco Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo e dalla Rete Natura 2000, ma l’area del bob non vi ricade all’interno.
Innanzitutto c’è un vincolo idrogeologico, con autorizzazione da parte dell’Unità organizzativa forestale di Belluno della Regione Veneto. Riguarda il movimento terra in una zona molto franosa. C’è poi un vincolo forestale con cui deve fare i conti la riduzione prevista di 2,29 ettari di bosco, per i cantieri e l’infrastruttura. Nel piano è previsto il ripristino, con nuove piante da mettere a dimora, ma manca ancora il dettaglio. Attualmente la pista è inglobata nel bosco, mentre i cantieri prevedono la creazione di piste per i lavori, con abbattimento di conifere. Inoltre, una strada forestale sarà asfaltata per portare atleti e materiali alla partenza. Sarà anche creata una strada non asfaltata, larga tre metri, che segue l’intera pista per manutenzione, soccorsi e passaggio degli spettatori.
Un terzo vincolo riguarda le zone gravate da usi civici, con autorizzazione della giunta regionale su mutamento di destinazione, alienazione e permuta dei terreni interessati. Forse la norma più importante è quella del vincolo paesaggistico, in base all’articolo 142 del decreto legislativo 42/2004, che contempla una relazione per la valutazione di compatibilità paesaggistica che riguarda il comune di Cortina d’Ampezzo, la Soprintendenza archeologica del paesaggio dell’area metropolitana di Venezia, e delle province di Belluno, Padova e Treviso. Il comune di Cortina d’Ampezzo deve, inoltre, predisporre la documentazione per la Valutazione di incidenza ambientale. Assieme alla Regione, inoltre, dovrà fare i conti con la legge sul consumo del suolo. Sarà ancora il Comune che dovrà rilasciare il permesso di costruire nuove opere e di demolire quelle esistenti.
La Regione Veneto ha già dato parere favorevole per tutti gli aspetti che le competono, con qualche prescrizione. Per quanto riguarda i due ettari di bosco che saranno tagliati, l’ingegnere Elisabetta Pellegrini, direttrice dell’Area Infrastrutture della Regione, ha assicurato: “La riduzione della superficie boscata dovrà seguire la Legge regionale 52 del ’78. La relazione dovrà essere molto dettagliata, quantificata, redatta da un tecnico forestale qualificato e dovrà prevedere le modalità di compensazione, con il ripristino del soprasuolo arboreo dove previsto e comprensivo delle necessarie cure colturali post impianto e delle opere di inverdimento in generale”. Non ci sarà la Via, eppure la Regione ha dato qualche prescrizione, in vista del progetto definitivo. Una di queste riguarda la salvaguardia del laghetto perenne del Bandion, alimentato da una falda acquifera sotterranea, di cui vanno mantenute inalterate le caratteristiche ecologiche, idrologiche e naturalistiche.