La sottovariante è diventata quella che provoca il maggior numero di nuove infezioni. L'Iss avverte: "Aumento dell'occupazione dei posti letto in area medica e terapia intensiva". Rezza: "Serve cautela, monitoriamo la situazione con attenzione. Chi è fragile faccia i richiami"
Omicron 5 è diventata la sottovariante di Sars-Cov-2 in Italia e, secondo l’ultima flash survey dell’Istituto superiore di sanità, è ormai responsabile del 60,71% dei contagi. Uno “show” dell’ultima mutazione del virus che ha riportato i casi diagnosticati in via ufficiale – senza considerare il sommerso dei test fai-da-te – stabilmente oltre gli 80mila al giorno. Nonostante le alte temperature, la vita sociale svolta prevalentemente all’aperto e le coperture vaccinali.
Numeri che hanno spinto l’Iss a sottolineare come il Paese si trovi in questo momento in una “fase epidemica acuta – si legge nel monitoraggio – caratterizzata da un forte aumento dell’incidenza, da una trasmissibilità al di sopra della soglia epidemica e da un aumento nei tassi di occupazione dei posti letto in area medica e terapia intensiva”. Nei reparti ordinari, ad oggi, si trovano 6.830 contagiati e altri 264 vengono assistiti in terapia intensiva.
Questa settimana, ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, “abbiamo una decisa crescita dell’occupazione dei posti di area medica” mentre “l’aumento in terapia intensiva è relativamente lento”. Rezza ha sottolineato che le autorità sanitarie continuano “a monitorare con molta attenzione la situazione” e ha fatto un “richiamo alla cautela”: “Invitiamo tutti coloro che sono in condizione di particolare fragilità e le persone più anziane ad effettuare una dose di richiamo”.
Di fronte alla progressione della pandemia, anche l’Istituto raccomanda “la necessità di continuare a rispettare le misure comportamentali individuali e collettive previste o raccomandate”. In altre parole: “L’uso della mascherina, aerazione dei locali, igiene delle mani”. E di porre attenzione alle situazioni di assembramento. L’impatto clinico del virus, sottolinea l’Iss, viene ancora mitigato dall’elevata copertura vaccinale, dal completamento dei cicli di vaccinazione e dal mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso i richiami: “strumenti necessari”, vengono definiti nel monitoraggio, per evitare situazioni di sovraffollamento negli ospedali.