Stessa spiaggia, stessa mazzata. E come l’anno scorso i prezzi per noleggiare un’auto sono da capogiro, ben lontani dai valori a cui eravamo abituati prima che la pandemia sconvolgesse le filiere produttive. Un tassello in più in quella che si annuncia una delle estati più difficili per i portafogli dei vacanzieri. I rincari non risparmiano nessuna voce, dagli aerei ai traghetti, dagli alberghi agli stabilimenti balneari. Sta di fatto che per noleggiare una Panda nella seconda settimana di luglio in Sicilia e Sardegna si spendono circa 800 euro, 110 al giorno. Stiamo parlando del contratto più economico, che contempla un’assicurazione base (con franchigie molto alte) e conducente al di sopra dei 25 anni. Altrimenti già a luglio si superano tranquillamente i mille euro. Per chi la macchina deve affittarla ad agosto invece non c’è scampo, sotto la soglia dei mille non si scende. E se si osa un’auto di media cilindrata si raggiungono tranquillamente i 1.500 euro. Ci sono poi località come Olbia che sono particolarmente onerose. Qui anche nella seconda di luglio si pagano minimo 1.200 euro per una 500 o una Panda. Se ci si aggiunge il costo della benzina, più alto del 20% rispetto al luglio/agosto 2021 il conto finale della vacanza in macchina sale ancora.

Nella solita seconda settimana di luglio per una Panda noleggiata all’aeroporto di Palma di Maiorca si spendono meno di 400 euro mentre a Ibiza un poco di più ma comunque poco al di sopra dei 500 euro. In agosto bisogna mettere in conto un centinaio di euro in più, comunque la metà rispetto ai prezzi italiani. Si spende un po’ meno anche sull’isola greca di Santorini, a Mykonos i prezzi sono invece più o meno in linea con quelli italici e lo stesso vale per Creta. Costi non dissimili a quelli italiani anche a Lisbona, in Portogallo e a Parigi.

Può essere che qualcuno approfitti della situazione e spinga sui listini ma, in generale, è vero che il settore si trova alle prese con gli stessi problemi dell’anno scorso e per di più amplificati: alta domanda e impossibilità di ampliare le flotte. Nei primi 5 mesi del 2022 in Europa sono state immatricolate il 13% di auto in meno rispetto allo stesso periodo, già non brillante, del 2021. In Italia il calo è stato addirittura del 24%. “Rispetto alla scorsa estate la situazione è ulteriormente peggiorata, spiega a Ilfattoquotidiano.it Giuseppe Benincasa, direttore di Aniasa (l’associazione di categoria aderente a Confindustria) e ci ritroviamo con una disponibilità di vetture di quasi il 50% al di sotto del 2021 a fronte di una ripresa delle presenze turistiche”.

L’anno scorso i ritardi nelle immatricolazioni erano dovuti soprattutto ai problemi nelle filiere della componentistica, microchip in particolare. Quest’anno c’è un fattore in più. “Le case automobilistiche stanno attraversando una fase molto complicata e devono gestire il passaggio verso le motorizzazioni ibride ed elettriche“, spiega Benincasa, “per evitare sanzioni e penalizzazione devono spostarsi verso questo tipo di produzioni ma le vetture elettriche per ora si vendono poco. Quanto meno tra i privati: i costi sono alti e permane un’incertezza su questo tipo di motorizzazione”. Risultato: “Tutto ciò che è disponibile sul mercato le società di autonoleggio lo stanno comprando (di solito le auto vengono tenute in flotta per sei mesi e poi rivendute, ndr) ma le case automobilistiche, comprensibilmente, privilegiano la vendita ai privati, nei concessionari, più redditizia“. Alla luce di queste considerazioni Benincasa esclude che la situazione possa risolversi a breve e le tariffe tornare su valori pre pandemia. “I consigli che posso dare sono quelli di prenotare le vetture con largo anticipo, quando questo è possibile, e di farlo direttamente dai portali dei noleggiatori. Questo dà la garanzia di trovare l’auto quando ci si presenta al ritiro”, conclude il direttore.

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