Covid, i nuovi casi sono 84.700 e 63 i morti. Il tasso di positività è al 26%
Sono invece 275 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 11 in più rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri sono 40. I ricoverati nei reparti ordinari sono 7.035 , ovvero 205 in più rispetto a ieri
L’ondata di Omicron 5 sta facendo registrare un incremento dei contagi. I nuovi casi di positività a Sars Cov 2 sono 84.700 e 63 i morti secondo i dati forniti dal ministero della Salute. Il tasso di positività è al 26%. Ieri i contagi erano stati 86.334 e le vittime 72. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 325.588 tamponi con il tasso di positività che si attesta al 26%, in calo rispetto al 27,3% di ieri. Sono invece 275 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 11 in più rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri sono 40. I ricoverati nei reparti ordinari sono 7.035 , ovvero 205 in più rispetto a ieri.
Gli italiani positivi al Coronavirus sono attualmente 965.564, in continua crescita negli ultimi giorni. Lo evidenziano i dati del ministero della Salute. In totale sono 18.695.954 i contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 168.488. I dimessi e i guariti sono 17.561.902, con un incremento di 49.322.
Non ci sono solo i nuovi positivi, i casi di reinfezione da virus Sars Cov 2 sono aumentati in Italia del 9,5% nell’ultima settimana, rispetto a quella precedente, quando l’aumento rilevato era stato dell’8,4%, “dato con tempi di consolidamento” come indica l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel suo “Report esteso su Covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale”, con dati nazionali aggiornati al 28 giugno scorso. L’Iss indica inoltre che dal 24/8/2021 al 28/6/2022 sono stati segnalati 587.347 casi di reinfezione.
“In questa fase, caratterizzata dalla circolazione di varianti altamente trasmissibili, c’è verosimilmente stato un forte aumento della quota di persone che hanno avuto un’infezione non notificata ai sistemi di sorveglianza per motivi legati a fenomeni di sottodiagnosi o autodiagnosi” rileva l’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Questa situazione, si legge ancora nel rapporto, “potrebbe portare alla sottostima del tasso di incidenza, e quindi del rischio relativo, ed efficacia vaccinale“.