Nel giorno in cui le strade milanesi hanno ospitato il Pride Palazzo Marino, attraverso il sindaco Giuseppe Sala, fa arrivare una buona notizia. Il Comune tornerà a riconoscere i figli delle coppie omogenitoriali nati in Italia. “Oggi voglio fare un piccolo annuncio. Abbiamo da ieri riattivato il riconoscimento dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali. È con grande gioia che ho firmato ieri il provvedimento personalmente nel mio ufficio”, ha spiegato Sala, convinto che quello attuale sia “un momento storico molto difficile“, nel quale “un diritto come l’aborto viene cancellato. Adesso ci sarà qualcuno che cercherà di lavorare sulle discriminazioni ed è per questo che noi dobbiamo mettere tutto insieme e riconoscere tutti i diritti a tutti, nei fatti”.
Il Comune aveva iniziato a riconoscere i figli di queste coppie, poi nel 2020 c’era stato lo stop della Cassazione, che aveva imposto ai Comuni, compreso Milano, di smettere questa pratica perché si doveva colmare il vuoto legislativo su questo tema. “Avevamo avuto sentenze avverse e il Parlamento doveva legiferare – ha aggiunto il sindaco -, ho aspettato che lo facesse ma non si sono mossi e dovevo fare la mia parte. Dobbiamo cambiare, non sono e non voglio essere uno da chiacchiere – precisa ancora Sala – ma voglio fare cose concrete per la mia Milano, perché sia la capitale dei diritti”. La prima registrazione è già avvenuta ieri: si tratta di una bambina nata da pochi giorni, che ha due mamme e che è nata a Milano e per il Comune è la prima registrazione dopo lo stop avvenuto nel 2020. Il vuoto legislativo, come spiegano dal Comune, c’è ancora ma queste azioni di riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali stanno avvenendo anche in altre città e Milano non ha voluto essere da meno.
“Abbiamo visto che le coppie che chiedono la registrazione dei figli sono tante – spiega Sala – e visto che non si poteva a Milano andavano in altre città. Noi adesso ci prendiamo una responsabilità in un vuoto legislativo, io la definisco una cosa di buonsenso e di umanità. Spero molti altri seguiranno l’esempio di Milano”. Fino a ieri le coppie omogenitoriali residenti a Milano e nell’hinterland andavano a registrare i figli in un’altra città, nel caso specifico a Crema con la sindaca Stefania Bonaldi, che in questi due anni di stop ha registrato in tutto 20 bimbi o bimbe. La situazione a Milano è invece diversa per i figli di due padri che da settembre del 2021 il Comune trascrive ancora, dopo che il Tribunale ha accolto i ricorsi di tre coppie. Sono circa trenta quelli registrati.