Il Jova beach party 2022 è in partenza e le spiagge tremano. “Una megafesta sulla spiaggia” così si legge sul sito. E non importa se la spiaggia è uno degli ecosistemi più fragili e bistrattati, minacciati e residui. E non bastava la devastazione del 2019, perché è sempre meglio perseverare negli errori. Così alla fine l’impensabile diventa normalità. E se altri musicisti prenderanno esempio dal buon Jova, finiremo per avere concerti e megafeste in ogni residuo luogo naturale, con conseguenze terrificanti per la biodiversità, a cui si aggiunge inquinamento acustico e luminoso.
Per un greenwashing ineccepibile, il #Jovabeachparty si è avvalso di varie associazioni ambientaliste che si sono prestate a fare da foglia di fico. Come nel 2019 c’è il Wwf, e new entry è la Fiab Italia che proverà a garantire la mobilità sostenibile dell’evento, gratis. Sicuramente per Jovanotti è stata una manna dal cielo, così non deve pagare neppure un centesimo per una società di mobility management.
In realtà la base associativa di Wwf e Fiab protesta. Circoli locali, coordinamenti regionali e singoli soci in giro per l’Italia si contorcono dal mal di pancia. La decisione è stata presa dai vertici senza una approfondita discussione interna. Ma in Italia ormai la democrazia è un optional, e anche le associazioni ambientaliste si stanno adeguando a questo modus operandi. Un vento malato sta spazzando via anche l’associazionismo.
Ma eccoci al primo appuntamento: Lignano Sabbiadoro, 2 luglio
Leggo dal sito che si confermano i biglietti speciali con “posto auto riservato all’interno del parcheggio più vicino alla location dell’evento“, ad oltre 300 euro. Di mobilità sostenibile non si parla neanche accidentalmente, anzi, è stata pure chiusa la ciclabile per raggiungere l’area del concerto, per ben tre settimane in piena stagione turistica.
La settimana dopo, il tour di Jova scenderà a Marina di Ravenna, dove hanno già abbattuto (in periodo vietato) un filare di tamerici (65 metri) per far spazio al concertone. “I concerti si svolgeranno a circa 75-100 metri dalla riserva naturale dello Stato ‘Pineta di Ravenna’ e dalla ReteNatura 2000 che ricade nel Parco del Delta del Po, luoghi protetti dalle normative ambientali, dove sarebbe necessaria l’autorizzazione ambientale e paesaggistica (DPR 357/1997) che non è ancora arrivata” mi ha spiegato Francesca Santarella di Italia Nostra. Le associazioni (tra cui anche il Wwf Ravenna) lo definiscono “un rave party illegale, possibile solo grazie alla complicità degli enti”. Uno sfruttamento di aree pubbliche a basso costo per massimi guadagni.
Poi il tour arriverà al Lido di Fermo, dove le sezioni locali di Fiab Macerata-Fermo e Wwf Natura Picena hanno firmato una diffida insieme ad altre 13 associazioni ambientaliste (Tag “CostaMare di Fermo”), diretta al Comune di Fermo, contro i concerti sulla spiaggia Casabianca, zona di nidificazione dei fratini.
A Marina di Cerveteri il concerto si svolgerà come nella passata edizione in prossimità dei confini lato nord del monumento naturale della palude di Torre Flavia. Il Coordinamento Cerveteri-Ladispoli denuncia “l’impatto sull’avifauna e sui fragili equilibri di un habitat protetto”, danni già avvenuti nel 2019. Dopo i concerti del 2019, gli ornitologi italiani avevano approvato all’unanimità una “Risoluzione sull’impatto dei grandi eventi sul Fratino”, condannando i concerti negli habitat di nidificazione e chiedendo che “non vengano svolti grandi eventi negli ambienti costieri naturali o con residua naturalità”. Appelli rimasti inascoltati dal grande cantante.
Tutti si chiedono perché diavolo Cherubini non poteva cantare in uno stadio
Una possibile risposta se la dà Italia Nostra: “Anziché pagare sostanziosi affitti per stadi o strutture dedicate, si pretende a fini di lucro personale di consumare e manomettere le nostre spiagge patrimonio comune con megaeventi incompatibili con l’ambiente. Ma davvero basta qualche farcitura ‘green’ per imbonire le folle e tacitarne coscienze e conoscenze?”. A quanto pare sì. Lo slogan è “lasceremo le spiagge più pulite di come le abbiamo trovate”, e come partner, oltre al Wwf c’è anche la Banca Intesa San Paolo, “banca fossile numero uno in Italia”, nonché tra le top 5 delle banche che più finanziano il traffico di armi. Non capisco, il Wwf sembra abbia perso la ragione.
Non mancheranno però “pillole di consapevolezza ambientale” diffuse ai ragazzini festanti, dall’A2A Life Company, multinazionale leader in inceneritori, da Acerra a Bergamo. Ma anche con le migliori pillole, come faranno 40mila persone ubriache e festanti a centrare il buco del cestino, addirittura differenziato? Buona parte dei rifiuti finirà in mare prima ancora che il buon Jova finirà di cantare, ed è il motivo per cui i grandi eventi devono essere permessi solo in stadi o palazzetti, contesti facili da ripulire.
Anche perché, come dice Franco Sacchetti, coraggioso attivista e fumettista, “il Jova Beach Party vuole ripulire le spiagge con ruspe e trattori, distruggendo ogni residuo di vita, livellando dune ed estirpando la vegetazione protetta, tutte azioni che in tempi normali sarebbero reato. Nel 2019 a Roccella Ionica – zona di nidificazione della tartaruga Caretta caretta – la Trident Music aveva richiesto nero su bianco di sbancare dune, in ambiente protetto e le era stato permesso”.
Insomma, per “il più grande spettacolo dopo il Big Bang” anche la legge resta sospesa. A noi non resta che boicottarlo, denunciare il sopruso e far sentire alta la protesta.