Milano torna a colorarsi con le bandiere arcobaleno del Pride, la manifestazione per rivendicare i diritti delle persone Lgbtqi+ e contro ogni discriminazione di genere. Decine e decine di migliaia – 300mila per gli organizzatori – le persone che si sono ritrovate il sole cocente del primo weekend di luglio per partecipare alla parata, che partita da Vittor Pisani si è poi snodata in direzione Arco della Pace. In testa al coloratissimo corteo, tra carri di associazioni e brand, centri sociali e sindacati, le famiglie arcobaleno con i loro bambini. “Siamo qui per i diritti di tutti” dicono Barbara e Chiara, mamme di Leonardo, spiegando che “i diritti sono privilegi se valgono solo per pochi. Le famiglie arcobaleno hanno presentato una proposta di legge per il matrimonio egualitario, per essere riconosciute come famiglie a tutti gli effetti”. Presenti al corteo anche il deputato del Pd, Alessandro Zan, autore del ddl contro l’omotransfobia bocciato l’anno scorso in Senato tra gli applausi del centrodestra, e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Camicia bianca con taschino arcobaleno appositamente fatta confezionare dal brand Msgm, la stessa indossata nel post pubblicato dal primo cittadino su Instagram per annunciare la sua presenza al Pride, il sindaco è arrivato in via Londonio ed è stato accolto dai partecipanti con un applauso. “Abbiamo da ieri riattivato il riconoscimento dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali. È con grande gioia che ho firmato ieri il provvedimento personalmente nel mio ufficio” ha annunciato Sala, dal palco del Pride. Il Comune aveva già iniziato a riconoscere i figli di queste coppie poi “avevamo avuto sentenze avverse e il Parlamento doveva legiferare, ho aspettato che lo facesse ma non si sono mossi e dovevo fare la mia parte”, ha spiegato
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