Dicono di stimarsi, ma dovendo andare a pescare nello stesso bacino elettorale finiscono per punzecchiarsi e tirarsi addosso tutto tranne che elogi. Tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, i “galli” del centrismo, è lite continua. L’ultima occasione è stata un’intervista al Corriere della Sera del leader di Italia Viva. Tra l’ennesima botta a Giuseppe Conte e l’auto-profezia del 5% alle Politiche se il suo partito correrà da solo, Renzi si è espresso sul fondatore di Azione. Con termini non esattamente lusinghieri.
“Non è cattivo, Carlo: quando è tranquillo è un piacere parlarci”, ha detto. E la pars costruens dell’area draghiana che entrambi immaginano per il post-Draghi finisce qui. Il resto è una selva di distinguo e affondi. Per Renzi, il leader di Azione “difficilmente azzecca le scelte politiche”. In altri termini: “Ancora ricordo quando voleva obbedire a Salvini nel 2019 e andare a elezioni anticipate, che avrebbero consegnato ai sovranisti il Paese, il Quirinale e la gestione di pandemia e Covid. O quando nel 2021 faceva interviste per dire che era da irresponsabili aprire la crisi”.
Finita? Macché. Il giudizio politico prosegue così: “Quando si lancia in previsioni alla divino Otelma non ne azzecca una”. E ancora: “Io a differenza sua faccio politica da anni. E amo la professionalità di chi fa politica, senza isterie e scatti umorali”. Calenda deve aver letto l’intervista di buon mattino, visto che alle 9.04 impugna lo smartphone e risponde su Twitter: “Oggi Matteo Renzi rivendica di essere stato decisivo in tutti i passaggi della legislatura: ha impedito la nascita del Governo Pd-5S; ha favorito la nascita del Governo Pd-5S (imponendo Conte); ha fatto cadere il Governo Pd-5S. Sostiene che per questa ragione lui è un grande politico e io no. Dipende dal modo in cui si intende la politica”.
Quindi ecco la differenziazione: “La nostra idea era che l’alleanza con i Cinque Stelle avrebbe fatto male all’Italia e non avrebbe determinato un calo della destra. La nostra sfida è quella di costruire un’area riformista forte con un lavoro serio e comportamenti netti e coerenti”, scrive il leader di Azione. “Matteo – aggiunge – ha anche parole di stima nei miei confronti che ricambio. Continuo a pensare che sia stato un ottimo presidente del Consiglio. La distanza non è umana ma politica. Abbiamo progetti differenti. Matteo scrive che a gennaio deciderà cosa fare alle Politiche. Noi abbiamo già deciso. Vedremo”.