Un commissario straordinario, con uno staff di circa 30 persone, e venti “interventi prioritari” da realizzare “entro e non oltre” il 2024 per mitigare i danni della siccità che sta assediando l’Italia, nonché potenziare ed adeguare le reti idriche. Il decreto legge è quasi pronto e verrà varato dal Consiglio dei ministri nei prossimi giorni. “Il governo prenderà decisioni importanti e coraggiose – ha annunciato la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini – È indispensabile utilizzare al meglio la poca acqua che abbiamo in questo momento, dando priorità agli usi potabili e a quelli agricoli”. Al momento l’ipotesi più accreditata è che il ruolo finisca in capo a Fabrizio Curcio, alla guida della Protezione Civile.
Da una parte il governo si dispone ad affrontare gli effetti immediati di quella che il premier ha definito “la crisi idrica più grave degli ultimi 70 anni”. Ci saranno così stanziamenti per finanziare i settori più colpiti, l’agricoltura in primis. La siccità, infatti si legge nella bozza del decreto, “potrebbe determinare gravi ripercussioni sul tessuto economico e sociale”. Dall’altra ci sono gli interventi strutturali, quelli finalizzati a porre rimedio a criticità storiche, come le reti colabrodo che perdono oltre il 30% della loro portata. E si pensa anche ad una semplificazione normativa.
Il commissario straordinario – che resterà in carico fino al 31 dicembre 2024 e si avvarrà di una struttura composta da 30 unità – potrà servirsi dello strumento dell’ordinanza in deroga per realizzare con maggiore celerità gli interventi di ammodernamento volti alla riduzione delle perdite d’acqua. Verificherà inoltre l’adozione da parte delle Regioni delle misure per razionalizzare i consumi ed eliminare gli sprechi della risorsa idrica. E segnalerà le inadempienze dei gestori. L’approvazione di progetti da parte del commissario sostituisce ogni autorizzazione, visto e nulla osta per l’avvio o la prosecuzione dei lavori.
“Le Regioni – ha spiegato la ministra Gelmini – hanno fatto finora un ottimo lavoro. Ma il protrarsi della crisi idrica impone un intervento del Governo, sia per contemperare i diversi interessi sia per introdurre norme straordinarie in un momento straordinario. Naturalmente l’azione dell’esecutivo sarà portata avanti con un confronto continuo e costruttivo con gli enti competenti, a partire proprio dalle Regioni. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per superare questa situazione emergenziale”. Già da lunedì, ha annunciato il presidente il Consiglio Mario Draghi, l’esecutivo è pronto ad approvare le richieste di emergenza delle Regioni, con la Lombardia che si è accodata nelle scorse ore.
L’assessore lombardo all’Agricoltura Fabio Rolfi stima in 4-500 milioni di euro di danni in Lombardia per raccolti andati persi o minor produttività. Per il governatore Attilio Fontana “è necessario e indifferibile che le attuali erogazioni irrigue possano durare almeno fino al 15 luglio per non vanificare quanto fanno finora”. Non risultano, invece, al momento, problemi per l’acqua potabile. Nella regione, dove Coldiretti segnala anche i fontanili a secco, ben 175 Comuni hanno emanato ordinanze per contenere gli sprechi della risorsa idrica.