Chiede di potersene andare. Magari non subito, non adesso, ma nel momento in cui si renderà conto che l’esistenza gli è diventata insopportabile. Vuole avere, quel giorno, la possibilità di decidere, di sapere che la legge gli consente di farlo. Da 34 anni è su una sedia a rotelle a causa della distrofia muscolare, da una decina d’anni ha bisogno di un apparecchio per respirare, così Stefano Gheller, 49 anni, abitante a Cassola, in provincia di Vicenza, ha scritto all’Ulss 7 Pedemontana di Bassano del Grappa: “…con la presente chiedo di attivare con urgenza la procedura prevista per l’accesso legale al suicidio medicalmente assistito”. La direzione sanitaria gli ha fatto sapere che verrà nominata una commissione per “verificare l’effettiva sussistenza dei motivi alla base della richiesta”. Mentre il governatore Luca Zaia ha annunciato: “Ho letto la storia di Stefano Gheller, assolutamente farò in modo di incontrarlo, così avremo modo di parlare assieme del tema e di cosa posso fare per lui”.
Oltre il linguaggio burocratico c’è una storia di grande sofferenza umana, la cui esistenza era trapelata un paio d’anni fa, quando Stefano aveva fatto sapere di essere favorevole al suicidio assistito previsto in Svizzera. In quella occasione era andato a incontrarlo il vescovo monsignor Beniamino Pizziol e “Il giornale di Vicenza” ne aveva dato notizia. Adesso, dopo aver scritto all’Ulss, Gheller ha confessato ad alcuni giornali locali: “Ci penso tutti i giorni… Può sembrare angosciante, ma devo dire che l’idea non mi terrorizza più di tanto. Immagino che probabilmente mi sentirò sollevato all’idea di non fare più così tanta fatica. E non avrò rimpianti. Mi dispiacerà soltanto di lasciare mia sorella, perché anche lei è malata e soffre quanto soffro io”. Il riferimento è al momento in cui dovesse decidere di morire. “Non desidero morire in questo istante, ma voglio avere il diritto di farlo appena sentirò che è arrivato il momento. La richiesta serve a questo: a fare in modo che tutto sia pronto e nessuno abbia modo di impedirmi di andare fino in fondo. In queste condizioni è sempre più difficile andare avanti. Vivo su una sedia a rotelle da quando avevo 15 anni, sono attaccato a un respiratore 24 ore su 24. Quando la mattina mi sveglio, so che potrei morire soffocato dal cibo o da un sorso d’acqua”.
Nonostante tutto ha uno spirito molto vivace. “A me piace andare ai concerti, stare a contatto con la gente, uscire all’aria aperta: lo faccio d’estate, ma d’inverno devo restare chiuso in casa per mesi interi, perché un banale raffreddore potrebbe uccidermi. Qualche anno fa avevo deciso di andare in Svizzera, dove l’eutanasia è già regolamentata. Poi ho pensato che avrei potuto dare un senso alla mia morte se fossi rimasto qui, a lottare con l’associazione ‘Luca Coscioni’, affinché anche in Italia si possa esercitare il suicidio medicalmente assistito. Lo faccio anche per mia sorella: lei vuole vivere ma, se in futuro dovesse cambiare idea, desidero che sia lasciata libera di scegliere di non soffrire più”.
Lo ha chiamato di nuovo il vescovo Pizziol. “Mi ha chiesto come stavo e se ero convinto della mia scelta, gli ho risposto di sì; poi mi ha chiesto se mi avrebbe fatto piacere una sua visita e quindi tra qualche settimana verrà a trovarmi. Sapeva che ad agosto andrò in vacanza a Bibione e si è perfino offerto di pagarmi il soggiorno. È una bella persona, non ha cercato di farmi cambiare idea, anche se la pensa in modo diverso, e mi ha fatto sentire compreso”. Con la malattia ha sempre convissuto. “La distrofia muscolare facio-scapolo-omerale l’ho ereditata da mia madre, che la ereditò dalla sua. Nel caso di mamma la malattia ha avuto un decorso più lento, alla mia età lei ancora camminava. Io da dieci anni ho bisogno di un ventilatore per respirare e peggioro sempre di più”.
Stefano Gheller ha due sogni. “Il più grande è di incontrare Madonna, la mia cantante preferita fin da quando ero un ragazzino. Più realisticamente, mi piacerebbe conoscere il governatore Luca Zaia: gli direi di farsi parte attiva affinché la politica metta finalmente mano a una legge seria sul fine vita. E gli chiederei anche di aiutare chi, pur trovandosi nella mia stessa condizione, non vuole il suicidio. Servono aiuti economici, perché la pensione di invalidità non basta a garantire loro un’esistenza dignitosa”.
Diritti
Suicidio assistito, Stefano Gheller: “Sono attaccato a un respiratore da 10 anni. Voglio avere il diritto di scegliere”
Da 34 anni è su una sedia a rotelle a causa della distrofia muscolare, così un 49enne ha scritto all’Ulss 7 Pedemontana di Bassano del Grappa: “…con la presente chiedo di attivare con urgenza la procedura prevista per l’accesso legale al suicidio medicalmente assistito”. La direzione sanitaria gli ha fatto sapere che verrà nominata una commissione per “verificare l’effettiva sussistenza dei motivi alla base della richiesta”
Chiede di potersene andare. Magari non subito, non adesso, ma nel momento in cui si renderà conto che l’esistenza gli è diventata insopportabile. Vuole avere, quel giorno, la possibilità di decidere, di sapere che la legge gli consente di farlo. Da 34 anni è su una sedia a rotelle a causa della distrofia muscolare, da una decina d’anni ha bisogno di un apparecchio per respirare, così Stefano Gheller, 49 anni, abitante a Cassola, in provincia di Vicenza, ha scritto all’Ulss 7 Pedemontana di Bassano del Grappa: “…con la presente chiedo di attivare con urgenza la procedura prevista per l’accesso legale al suicidio medicalmente assistito”. La direzione sanitaria gli ha fatto sapere che verrà nominata una commissione per “verificare l’effettiva sussistenza dei motivi alla base della richiesta”. Mentre il governatore Luca Zaia ha annunciato: “Ho letto la storia di Stefano Gheller, assolutamente farò in modo di incontrarlo, così avremo modo di parlare assieme del tema e di cosa posso fare per lui”.
Oltre il linguaggio burocratico c’è una storia di grande sofferenza umana, la cui esistenza era trapelata un paio d’anni fa, quando Stefano aveva fatto sapere di essere favorevole al suicidio assistito previsto in Svizzera. In quella occasione era andato a incontrarlo il vescovo monsignor Beniamino Pizziol e “Il giornale di Vicenza” ne aveva dato notizia. Adesso, dopo aver scritto all’Ulss, Gheller ha confessato ad alcuni giornali locali: “Ci penso tutti i giorni… Può sembrare angosciante, ma devo dire che l’idea non mi terrorizza più di tanto. Immagino che probabilmente mi sentirò sollevato all’idea di non fare più così tanta fatica. E non avrò rimpianti. Mi dispiacerà soltanto di lasciare mia sorella, perché anche lei è malata e soffre quanto soffro io”. Il riferimento è al momento in cui dovesse decidere di morire. “Non desidero morire in questo istante, ma voglio avere il diritto di farlo appena sentirò che è arrivato il momento. La richiesta serve a questo: a fare in modo che tutto sia pronto e nessuno abbia modo di impedirmi di andare fino in fondo. In queste condizioni è sempre più difficile andare avanti. Vivo su una sedia a rotelle da quando avevo 15 anni, sono attaccato a un respiratore 24 ore su 24. Quando la mattina mi sveglio, so che potrei morire soffocato dal cibo o da un sorso d’acqua”.
Nonostante tutto ha uno spirito molto vivace. “A me piace andare ai concerti, stare a contatto con la gente, uscire all’aria aperta: lo faccio d’estate, ma d’inverno devo restare chiuso in casa per mesi interi, perché un banale raffreddore potrebbe uccidermi. Qualche anno fa avevo deciso di andare in Svizzera, dove l’eutanasia è già regolamentata. Poi ho pensato che avrei potuto dare un senso alla mia morte se fossi rimasto qui, a lottare con l’associazione ‘Luca Coscioni’, affinché anche in Italia si possa esercitare il suicidio medicalmente assistito. Lo faccio anche per mia sorella: lei vuole vivere ma, se in futuro dovesse cambiare idea, desidero che sia lasciata libera di scegliere di non soffrire più”.
Lo ha chiamato di nuovo il vescovo Pizziol. “Mi ha chiesto come stavo e se ero convinto della mia scelta, gli ho risposto di sì; poi mi ha chiesto se mi avrebbe fatto piacere una sua visita e quindi tra qualche settimana verrà a trovarmi. Sapeva che ad agosto andrò in vacanza a Bibione e si è perfino offerto di pagarmi il soggiorno. È una bella persona, non ha cercato di farmi cambiare idea, anche se la pensa in modo diverso, e mi ha fatto sentire compreso”. Con la malattia ha sempre convissuto. “La distrofia muscolare facio-scapolo-omerale l’ho ereditata da mia madre, che la ereditò dalla sua. Nel caso di mamma la malattia ha avuto un decorso più lento, alla mia età lei ancora camminava. Io da dieci anni ho bisogno di un ventilatore per respirare e peggioro sempre di più”.
Stefano Gheller ha due sogni. “Il più grande è di incontrare Madonna, la mia cantante preferita fin da quando ero un ragazzino. Più realisticamente, mi piacerebbe conoscere il governatore Luca Zaia: gli direi di farsi parte attiva affinché la politica metta finalmente mano a una legge seria sul fine vita. E gli chiederei anche di aiutare chi, pur trovandosi nella mia stessa condizione, non vuole il suicidio. Servono aiuti economici, perché la pensione di invalidità non basta a garantire loro un’esistenza dignitosa”.
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Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "Questo è un Governo serio, non soltanto questo è Governo capace, ma questo è un Governo responsabile e che si assume tutte le responsabilità, ivi compresa anche quella di poter prevedere -e sarà portato in Parlamento nel momento in cui dovesse esservene effettivamente la necessità- una riprogrammazione del Pnrr su alcune misure che non hanno dato l'esito soddisfacente o che ci aspettavamo. Ma proprio perché le risorse le vogliamo utilizzare, e non buttare, siamo disposti anche a una riprogrammazione". Lo ha affermato il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, intervenendo alla Camera durante la discussione generale della mozione presentata da Azione sul monitoraggio e lo stato di attuazione del Pnrr.
Roma, 17 mar (Adnkronos) - "Il racconto di Giorgia Meloni ponte tra Trump e l'Unione europea è una roba molto provinciale, inventata, non esiste. Trump ha parlato con Macron, Starmer, con il primo ministro giapponese, israeliano, con leader di altri continenti ma non ha mai fatto un incontro con la Meloni. E' andata lei tre volte a trovarlo e a baciare la pantofola. Ma all'interesse nazionale chi ci pensa?". Lo ha detto Matteo Renzi a Radio Uno Rai.
Roma, 17 mar (Adnkronos) - "Domani esce il libro 'L'influencer' e l'influencer è Giorgia Meloni. E' la più brava di tutti a comunicare, molto più brava di me e più brava del più bravo di tutti, Berlusconi. E' perfetta, come tutti gli influencer sceglie il momento giusto e il giusto contenuto, però in questo periodo le famiglie non hanno bisogno di una comunicazione perfetta o di reel virali, c'è bisogno di politica". Lo ha detto Matteo Renzi a Radio Uno Rai.
Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha 194,4 miliardi a disposizione, ha ad oggi ottenuto 122,3 miliardi, pari al 63 per cento della dotazione complessiva. Ha speso il 52 per cento di quanto ha ottenuto dei 122 miliardi. Questo piano si regge anche su 270.406 progetti. Bene, di questi 270.406 progetti ne sono stati completati e ne sono stati già chiusi 164.566, pari al 60,86 per cento; quanto al valore dell'importo, è pari a 46,43 miliardi che, su 141 miliardi e 740 milioni, quanto si compone il paniere di tutti gli interventi, è pari al 33 per cento". Lo ha affermato il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, intervenendo alla Camera durante la discussione generale della mozione presentata da Azione della mozione sul monitoraggio e lo stato di attuazione del Pnrr.
"Ora, non mi pare -ha aggiunto- che aver ultimato il 60 per cento -tra ultimato e in fase di ultimazione il 60,86 per cento- dei progetti, dovrebbe essere preso come un dato negativo: in primo luogo, perché è offensivo rispetto a tutte le amministrazioni che già si sono attivate per concludere quei progetti; in secondo luogo, perché è evidente che, quanto al valore, prima si concludono i progetti che hanno un minore impatto economico e quelli successivi sono quelli che hanno maggiore impatto economico".
"Perché -ha poi lamentato Foti- continuare a dire che i dati non sono disponibili? Vi è una pigrizia da parte di chi lo dice, perché basterebbe andare sul sito Italia Domani e sono tutti dati aperti; ognuno può andare a vedere singolarmente lo stato di progetto per progetto. Consiglierei anche di farlo, magari qualcuno potrebbe avere amare sorprese anche in ordine all'efficienza di alcune regioni o alla sedicente efficienza di alcune regioni".
Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) - "Il settore farmaceutico rappresenta una punta di diamante per l'Italia e per l'Europa, sia per il contributo al benessere e alla salute dei cittadini, sia in termini di competitività e di resilienza per il sistema industriale ed economico. Noi chiediamo, prima di tutto, di avere un sistema a casa nostra che aiuti queste aziende a continuare a crescere a livello internazionale. Il nostro settore, in particolare le aziende italiane, fanno quasi il 50% dell'investimento in innovazione in Italia". Così Alessandro Chiesi, presidente Chiesi Farmaceutici Spa, nel suo intervento questa mattina a Milano all'evento per la pubblicazione del rapporto di Fondazione Edison sulle Fab 13, le multinazionali del Made in Italy di Farmindustria.
"Quello di cui noi abbiamo bisogno è stabilità - sottolinea Chiesi - Il sistema competitivo internazionale è fortissimo. Gli Stati Uniti hanno sempre rappresentato e rappresentano il primo motore dell'innovazione nel settore della sanità, ma oggi l'Europa continua a perdere colpi e la Cina invece avanza e ci incalza. Dall'Italia, queste aziende hanno saputo imporsi a livello globale". Per mantenere qui 'il cuore e la mente' delle "nostre attività, continuiamo ad investire a livello di ricerca e sviluppo e per poterlo fare davvero bisogna avere consapevolezza e lavorare come sistema".
A proposito dei dazi dagli Stati Uniti, "è evidente che un'azienda americana, che ha investito in Italia, fa molto prima a riposizionarsi e a tornare indietro. E' importantissimo creare le condizioni, non i soldi, ma le condizioni - rimarca - a livello italiano ed europeo perché si possa continuare a funzionare e le aziende italiane possano investire in Italia. Ma è già in arrivo la nuova normativa farmaceutica europea, che ci porta indietro. Gli altri sistemi, gli americani, i cinesi, stanno allungando la protezione brevettuale proprio per favorire l'innovazione, attrarre gli investimenti, in Europa si fa il contrario. E' solo un esempio, ma c'è veramente bisogno di coerenza e una strategia che sia molto più concreta", conclude.
Roma, 17 mar (Adnkronos) - "La divisione è sia dentro la maggioranza che dentro l'opposizone. Ma è chiaro che il governo che ha linee diverse è un problema maggiore". Lo ha detto Matteo Renzi, a Radio Uno Rai, a proposito del voto di domani del Parlamento sulle comunicazioni della premier Meloni in vista del Consiglio Ue.
Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "Sembra il minimo poter intervenire dopo le numerose richieste che sono state, più volte, riservate su agenzie, comunicati e quant'altro, che il Governo non debba sottrarsi al confronto parlamentare. In verità devo dire che il Governo è presente. Mi dispiace che dopo, e soltanto, alcuni interventi molti dei pochi presenti si siano dileguati: erano 20 e siamo rimasti molto meno. È pur vero che questo è un consesso che, in questo momento, non necessita del numero legale, però penso che se si vuole confronto bisognerebbe poi praticarlo e non soltanto enunciarlo sulle agenzie o sugli articoli di stampa". Lo ha affermato il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, intervenendo alla Camera durante la discussione generale della mozione presentata da Azione della mozione sul monitoraggio e lo stato di attuazione del Pnrr.