La gara indubbiamente più bella dell’anno, la prima volta di Carlos Sainz: dopo la sua prima pole in carriera sabato, ora l’altrettanto storico successo in 150 Gran Premi. Il “55″ lo fa in Inghilterra, a Silverstone, in una gara che ha lasciato gli spettatori con la bocca aperta dal primo all’ultimo giro. Dall’incidente multiplo che ha fatto capottare l’Alfa di Zhou in curva 1 subito dopo la bandiera a scacchi, alla Safety Car per il ritiro dell’Alpine di Ocon che grazia il ferrarista. Alla fine l’ex McLaren ha potuto montare le rosse e superare Leclerc, fino a quel momento in testa (tra i due non sono mancate le scintille, con le strategie del muretto Ferrari in chiaroscuro). Sbagliato infatti non aver richiamato Leclerc ai box, lasciandolo in pista con gomma dura: ne hanno approfittato così il compagno di squadra, Pérez con la Red Bull e l’idolo di casa Hamilton (spettacolare il duello tra i due durato diversi giri, come il sorpasso esterno alla Copse di Leclerc sull’ex campione del mondo). Gara iellata invece per Verstappen, 7° per un danno alla carrozzeria. Domenica prossima, intanto, si va tutti in Austria: si corre al Red Bull Ring.

Botto al via terribile, Zhou vola oltre le barriere ma sta bene
Al via passa subito Verstappen (l’unico davanti con gomma rossa) su Sainz, ma dietro la mega carambola fa urlare il pubblico allo spavento: Gasly ci prova tra Albon e Russell, il pilota Mercedes però taglia troppo e sbatte con la sua posteriore sinistra sull’anteriore destra del francese dell’AlphaTauri. Il tocco tra le due vetture fa andare in testacoda la Freccia d’Argento, che vola sull’Alfa Romeo del cinese. Le immagini mettono i brividi: Zhou si capovolge con la sua vettura strusciando sull’asfalto, per poi capovolgersi oltre le barriere dell’Abbey. Albon nella carambola va a muro per poi finire al centro della pista, e nell’incidente rimangono coinvolti anche Tsunoda (con l’ala anteriore distrutta), Ocon (anteriore sinistra bucata) e Vettel. Per fortuna, dopo attimi di tensione, tutto procede per il meglio, con Zhou e Albon coscienti ma portati per sicurezza al centro medico. Il cinese non ha presentato nessuna frattura ed è sempre rimasto cosciente.

Super ripartenza nel secondo start, confermate le posizioni davanti
Intanto, la temuta invasione di pista da parte di alcuni manifestati si è verificata sul serio, con la polizia che giovedì e anche prima della gara aveva avvertito tutti. Tanto che i piloti hanno segnalato tramite team-radio la presenza di persone a bordo pista, entrate però solo dopo lo sventolio della bandiera rossa e catturate dalle forze dell’ordine. La gara è ripartita alle 16.56, dopo un altro giro di formazione iniziale, con l’ordine del via, perché (come vuole il regolamento Fia) senza un giro completato prima del botto, si conteggia la tornata precedente. Sainz riparte davanti a Verstappen (che però decide di inserire le medie, smarcando così l’obbligo del cambio-colore riguardo alle gomme), Leclerc terzo davanti a Hamilton (l’inglese aveva superato il monegasco della Ferrari nel primo via). Una ripartenza spettacolare e a suon di sportellate: prima tra Pérez e Leclerc, poi tra il monegasco e Verstappen (tocco notato dalla Fia, ma nessuna investigazione necessaria). Nel contatto, l’ala di Pérez ne ha la peggio, con il messicano che rientra ai box per ritrovarsi 17°, mentre il ferrarista perde cinque punti di carica nell’ala anteriore e rompe la parte finale dell’ala (l’endplate), ma può continuare. Hamilton passa Norris ed è 4°, per così mettersi alla caccia del numero 16 del Cavallino.

Scintille in testa tra Sainz e Leclerc, Charles passa
Il sorpasso di Verstappen si concretizza all’uscita della Becketts, con Sainz che va largo e si trova 2°. Prima che il campione del mondo rompa un pezzo di carbonio al posteriore della sua carrozzeria, pensando però fosse una foratura e rientrando ai box per mettere un nuovo set di medie (rientra 6°). Nel frattempo, parte il duello interno in Ferrari, con Sainz troppo lento e Leclerc che si lamenta con il muretto-box perché non può passare. Prima della sosta dello spagnolo al 21° per mettere le dure, lasciando così la vetta a Leclerc, che è inseguito da Hamilton a suon di giri veloci. Dietro, invece, Verstappen cambia di nuovo le gomme e inserisce le hard, finendo 8° dietro a Vettel ma continuandosi a lamentare per il rendimento della sua Red Bull. Quindi il momento del pit-stop di Leclerc, che inserisce le bianche al 25° giro, ritrovandosi terzo dietro a Hamilton e Sainz. Può così ripartire la battaglia tra i due ferraristi, che ora possono lottare in pista per la vetta (considerando la sosta di Hamilton in arrivo), prima che lo spagnolo decida di lasciar passare il monegasco al 32° giro.

La Safety nega la doppietta alla Ferrari
Al 34° giro rientra anche Hamilton per mettere le dure, e grazie anche al pit-stop lento della Mercedes, considerando i decimi persi nella lotta “interna” in Ferrari, l’inglese si ritrova dietro ai piloti della rossa. Ocon, intanto, sorpassa un Verstappen in grande difficoltà che ora è 9°, prima che un problema lo fermi in pieno rettilineo e faccia entrare la Safety al 39° di 52 totali. Il colpo di scena finale: ne approfittano Sainz, Hamilton, Pérez, Norris e Verstappen, che montano le rosse. Alla ripartenza, lo spagnolo del Cavallino passa di prepotenza Leclerc e parte il duello tra Pérez e Hamilton, che ingloba anche il monegasco (sorpassato da entrambi) e Alonso. Il numero 16 è bravissimo a recuperare e difendersi su Hamilton, che dopo vari duelli riesce a passare il rivale al 49° giro. Leclerc, quarto, ora deve difendersi sia da Alonso che Norris (con le rosse), mentre Schumacher jr. insidia Verstappen negli ultimi due giri (il duello arriva fino al traguardo, con l’olandese 7° e davanti, e Mick in lacrime per i primi punti conquistati in stagione). All’ultima tornata, infine, Leclerc riesce a difendersi su Alonso e conserva il 4° posto. Gara spettacolare e prima vittoria per Sainz in 150 GP, ma la strategia del Cavallino di lasciare Leclerc fuori con la Safety Car è da rivedere.

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F1 Silverstone: vince Sainz ma a gioire è la Red Bull. In Ferrari ancora una strategia scandalosa

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