Il Wwf ha deciso di partecipare al Jova Beach Party per favorire la trasformazione di un evento che comunque si sarebbe tenuto non solo rendendolo il meno impattante possibile ma facendolo diventare anche un amplificatore di messaggi per la trasformazione dei nostri stili di vita. Va detto subito che senza la sensibilità di Lorenzo Jovanotti e senza la sua disponibilità a mettersi in gioco tutto questo non sarebbe stato possibile. A lui va dato atto di aver voluto sposare, certamente in modo non ideologico, un processo faticoso e che sicuramente è costato tempo e lavoro nella ricerca delle soluzioni.
Partiamo da una prima inevitabile considerazione. Tutte le spiagge dei concerti si trovano in aree antropizzate che sono utilizzate da decine e decine di migliaia di bagnanti ogni anno: quindi luoghi dove già l’impatto delle attività umane è molto forte. Inoltre è un luogo comune che le spiagge non siano già usate per gli eventi: sulle spiagge del nostro paese si svolgono tantissimi eventi (musicali e sportivi) che in molti casi non possono permettersi valutazioni ambientali preventive, anche non obbligatorie, monitoraggi costanti, la gestione dei flussi di persone gestiti da migliaia di addetti e una gestione dei rifiuti organizzata come quella del Jova Beach Party.
Nonostante non sia tra gli organizzatori dei concerti anche in questa edizione il Wwf ha avanzato richieste e raccomandazioni per fare in modo che venissero scelti gli standard di sostenibilità più ambiziosi. Lo ha fatto in primo luogo con le location dei concerti chiedendo agli organizzatori di rinunciare ad alcuni siti (richieste accettate). Nel caso di altri siti che avrebbero potuto presentare criticità ambientali, in quanto possibili siti di nidificazione di uccelli o tartarughe, ha richiesto di pianificare i concerti in periodi in cui è altamente improbabile la presenza delle specie, parallelamente all’attivazione di misure straordinarie inerenti ad esempio al posizionamento del palco e delle strutture accessorie. Infine, l’associazione ha richiesto un monitoraggio secondo un rigido protocollo nei mesi precedenti l’evento e che continuerà fino al completamento dello stesso.
Ogni location è stata sottoposta a screening ambientale, una procedura finalizzata ad evidenziare le caratteristiche ecologiche del sito prescelto in termini di habitat e specie presenti, nonché i possibili impatti. Dalle attività di screening ambientale sono scaturite le prescrizioni per gli organizzatori. Per le location in prossimità dei Siti Natura 2000 è necessaria una Valutazione di Incidenza Ambientale completa (VINCA), redatta secondo le regole e le normative vigenti nella regione in cui ricade il sito. Il parere sulla Valutazione di Incidenza Ambientale è di competenza delle Regioni.
Ma il contributo del Wwf non si è fermato a questo. All’interno del Villaggio è stata rafforzata la prevenzione della produzione di rifiuti, attraverso l’eliminazione del superfluo, la dematerializzazione di alcuni prodotti e servizi, il riutilizzo e l’estensione del ciclo di vita di molti prodotti (attraverso per esempio il circuito del riuso). Si è investito molto, inoltre, sulla riduzione delle tipologie di materiali per gli imballaggi presenti all’interno del Villaggio per facilitarne la raccolta differenziata e il riciclo, massimizzando la produzione di materia prima secondaria (end of waste) che verrà immessa in un nuovo processo produttivo.
All’interno del Villaggio, sono stati selezionati prioritariamente imballaggi monomateriale (ossia tipologie di confezionamenti realizzati da un unico polimero, come carta o alluminio) con l’obiettivo di facilitarne il riciclo a fine vita e massimizzare le quantità delle frazioni suscettibili di riciclo. L’insieme di queste strategie consente di individuare un obiettivo di riciclo più ambizioso dell’edizione 2019 (che ricordiamo era stata di quasi il 70%) dei rifiuti.
Per il tour è stato previsto anche una minimizzazione e ottimizzazione dei trasporti, inclusi quelli per il trasferimento delle strutture, palco e amplificazioni con l’utilizzo quanto più possibile di mezzi ecologici nonché la promozione di soluzioni quali il treno, navette, car sharing, car pooling e, per le brevi distanze, bici (con predisposizione di soluzione di parcheggio sicuro) per i partecipanti all’evento. A tal proposito, sono state attivate alcune convenzioni per agevolare i trasporti da e per i luoghi dei concerti. Nello specifico con Trenitalia, Eventi In Bus e Fiab per l’uso della bicicletta.
Basterebbe solo questo a raccontare il ruolo ed il lavoro del Wwf, se al Jova Beach Party non fosse collegato anche il progetto RI-PARTY-AMO. Quando la musica si spegnerà si accenderà l’impegno delle persone con una grandissima mobilitazione che punta a pulire dalla plastica 20 milioni di metri quadri di spiagge (si tratta di più di un terzo di tutte le spiagge libere italiane), fondali e fiumi, a realizzare interventi di ricostruzione naturale di ambienti deteriorati e avviare progetti di educazione nelle università e nelle scuole.
Abbiamo letto alcune critiche sull’edizione del 2019 in una gradazione che arriva fino alle fake news. Nel 2019 non ci sono stati danni alle spiagge, non ci sono stati problemi né agli habitat naturali, né alle specie. Spiagge con un impatto di rifiuti e dal forte degrado ambientale (lo era quella di Castel Volturno) sono state recuperate e oggi si trovano in una condizione ambientale certamente migliore rispetto a prima dei concerti.
La strada della trasformazione della nostra società ha bisogno del contributo di tutti, anche di chi critica le scelte altrui. Ma ha bisogno anche del coraggio di chi, come il Wwf, non ha paura delle critiche per cercare di convertire ai percorsi della sostenibilità anche i grandi eventi.