È sopravvissuto Gianpaolo Baggio, l’ingegnere 31 enne di Torreano di Cividale, scomparso sul Matajur, in Friuli. Dopo essere rimasto bloccato a strapiombo sulle montagne senza cibo né acqua, si è salvato grazie all’intervento dei pompieri e al personale alpino, ma soprattutto ad Armando Pittoni, caposquadra dei Vigili del fuoco e responsabile delle operazioni di soccorso.

Secondo quanto riportato dal Gazzettino le speranze di trovare in vita l’uomo dopo cinque giorni erano pochissime, ma Pittoni non si è dato per vinto e, dopo essersi confrontato più volte con i genitori dell’escursionista, aveva capito che si trattava di un esperto in grado di studiare tutto nei minimi dettagli: “Una persona così se ha avuto un problema sa come affrontarlo, mi sono detto”. Ad aiutare i ricercatori è stata la mappa che Baggio aveva sul suo computer, quella che avrebbe dovuto percorrere quel giorno. Ma qualcosa non è andato per il verso giusto: il ragazzo è caduto mentre scendeva lungo la ferrata e si è accidentalmente sfilato lo zaino, che è precipitato per circa duecento metri verso valle. Il ragazzo, non sapendo come proseguire, si è avvicinato ad un impluvio e lì è rimasto bloccato, non poteva né scendere né salire. “Fortunatamente l’acqua piovana ha creato nell’impluvio una pozzanghera che ha consentito al ragazzo di bere acqua e fango per giorni e gli ha permesso di salvarsi” ha spiegato Pittoni.

Ha perso conoscenza spesso nel corso dei giorni, per colpa della disidratazione, e questo non gli ha permesso di rispondere ai soccorritori nonostante sentisse il rumore degli elicotteri e delle voci che lo chiamavano. Il 1 luglio un temporale: “Se c’era una possibilità di ritrovarlo vivo, era data proprio da quello. L’acqua può salvarti, può darti una speranza”. Così la mattina seguente sono ricominciate le ricerche: il pilota si è abbassato con l’elicottero e il verricellista ha notato un puntino blu. Era il caschetto di Gianpaolo. Si è calato giù e lo ha raggiunto, poi ha chiamato i vigili per avvisarli che era vivo. “Di fronte alla sorte di un essere umano non c’è fatica, non ci sono costi” ha concluso Pittoni, felice di non essersi rassegnato.

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