A Silverstone si è temuto il peggio, ma alla fine Guanyu Zhou è uscito indenne dal terribile incidente che lo ha visto coinvolto al via della gara in una mega-carambola che ha coinvolto anche altre vetture. Un botto che è al tempo stesso un elogio della accresciuta sicurezza della Formula 1 grazie all’ultima normativa introdotta dalla Fia nel 2018 (la numero 8856-2018). Il pilota cinese è uscito senza traumi dalla sua Alfa Romeo distrutta e portato al centro medico dove è stata confermata l’assenza di fratture.
Due incidenti seri a Silverstone, ma l’Halo salva tutto
Cellule di sicurezza, scocche delle monoposto più dure, tute resistenti alle fiamme per oltre 20 secondi (ricordiamo tutti l’incidente di Grosjean in Bahrain nel 2020, uscito in tempo dall’incendio divampato sulla sua Haas dopo il contatto con le barriere), ma anche casco, cinture e guanti, fino ai sistemi Hans e Halo. Proprio quest’ultimo è quello che ha salvato la vita a Zhou, a rischio decapitazione dopo il ‘cappottamento’ della sua Alfa Romeo, in seguito al contatto con la Mercedes impazzita di Russell, che si era toccato con Gasly per finire in testacoda contro Guanyu (George è poi corso subito a controllare lo stato di salute del cinese finito oltre le barriere dell’Abbey, in curva 1). L’Halo inoltre ha anche salvato la vita a Roy Nissany nella gara di F2 di qualche ora prima, in un contatto con la vettura di Dennis Hauger: finita proprio sopra alla testa del primo, che sarebbe stato colpito sicuramente senza l’Halo.
Ecco come funziona l’Halo
Ma come funziona l’Halo? In primis è la barra curva posta a protezione della testa dei piloti, introdotto con la normativa Fia 2018 (già citata) sulla sicurezza per i piloti. Un sistema ad aureola collegata da tre bracci in altrettanti punti diversi del telaio (a sinistra, destra e davanti la testa delle guide che corrono nei Mondiali Fia sulle monoposto). È realizzato in titanio e protegge la testa del pilota, non solo evitando che il copricapo tocchi l’asfalto, ma anche respingendo gli oggetti pericolosi che possono arrivare dalla pista. Qui si ricorda l’incidente di Felipe Massa in Ungheria nel 2008, che riportò una commozione celebrale per essere stato colpito alla testa a oltre 200 chilometri orari da una molla pesante circa 800 grammi, staccatasi dalla Brawn GP del connazionale Rubens Barrichello. Con l’Halo non ci sarebbero stati problemi. Per una sicurezza maggiore si è introdotto anche l’Abp nel casco dei piloti (Advanced Ballistic Protection): una sorta di trave protettiva fatta in carbonio, che rinforza la calotta e protegge da impatti con oggetti più grandi di un proiettile ad alta velocità, ovvero fino a 220 grammi per 250 km/h.
Con l’Halo sopravvivenza-piloti aumentata del 17%
Insomma, santo Halo, così come tutti gli altri strumenti che negli ultimi anni hanno notevolmente aumentato la sicurezza dei piloti. L’ultima morte in F1 è quella di Jules Bianchi a Suzuka nel 2014. In una simulazione effettuata dalla Fia, utilizzando i dati di 40 incidenti reali, l’uso del sistema di protezione della testa ha portato a un incremento del 17% riguardo alle probabilità del tasso di sopravvivenza del pilota. E qui la conferma ce la danno anche gli esempi di Monza 2021 e del già citato Bahrain 2020. L’anno scorso la Red Bull di Verstappen sulla Mercedes di Hamilton all’Autodromo Nazionale (la ruota di Max sarebbe finita sulla testa dell’inglese), a Sakhir due anni fa il contatto della Haas di Grosjean con le barriere che ha fatto divampare le fiamme, ma tenuto cosciente il francese che è potuto scappare così dall’incendio, cavandosela giusto con alcune ustioni a mani e piedi.
Rollbar Zhou distrutto, la Fia indagherà sulle cause
Se si esulta per la vita salvata di Zhou, bisogna però interrogarsi sul perché il rollbar principale dell’Alfa Romeo sia andato distrutto, quando questo è progettato per resistere a impatti di peso sette volte superiori rispetto a quello di una vettura di F1 2022, più pesante rispetto alle passate (il minimo fissato è di 795 kg, +43 kg rispetto alle monoposto 2021). Il rollbar è la struttura protettiva sopra alla testa del pilota, predisposta per proteggere i piloti proprio in caso di ribaltamento della propria auto. Basta guardare le immagini, una volta che la C42 di Zhou si capovolge, la struttura centrale posizionata appena dietro la testa di Guanyu e nella parte superiore non esiste più. E il cinese si è salvato appunto solo grazie all’Halo davanti alla testa. Tutto ciò forse per causa del troppo peso delle monoposto, oltre all’alta velocità dell’auto al momento dell’impatto sull’asfalto, prima di finire la sua corsa oltre la barriere. Inutile fare ipotesi ora, la Fia (la federazione internazionale) indagherà sulle cause della rottura.