Negli ultimi 15 anni i surplus mensili tedeschi hanno quasi sempre oscillato tra i 15 e i 20 miliardi di euro, favoriti anche da l'uso di una moneta come l'euro, "debole" rispetto ai fondamentali dell'economia tedesca che spinge le esportazioni. Le esportazioni verso la Russia sono state più basse del 54,6% rispetto all'anno prima. Tuttavia maggio ha registrato una sensibile ripresa dei flussi verso la federazione. Ieri il responsabile della Federazione tedesca dei sindacati Yasmin Fahimi ha avvertito che le principali industrie tedesche potrebbero andare incontro al collasso a causa dei tagli alle forniture di gas naturale russo
La Germania ha registrato il suo primo deficit commerciale mensile in tre decenni. Il dato diffuso oggi è relativo allo scorso maggio e segna un rosso di un miliardo di euro, il primo dal 1991. A mandare in negativo la bilancia commerciale tedesca sono stati il calo della domanda di made in Germany a livello globale, oltre a rallentamenti della produzione, e l’incremento dei costi dei prodotti importati. Le esportazioni sono così scese dello 0,5% a 125,8 miliardi di euro mentre il valore delle importazioni è salito del 2,7% a 126,7 miliardi, più delle attese. In particolare l’export verso l’Unione europea è diminuito del 2,8% e quello verso la Gran Bretagna del 2,5%. Sono salite le vendite verso gli Stati Uniti (+ 5,7% rispetto a maggio 2021), piatte quelle verso la Cina (+ 0,5%). Le esportazioni verso la Russia sono state più basse del 54,6% rispetto all’anno prima. Tuttavia maggio ha registrato una sensibile ripresa dei flussi verso la federazione con un incremento di un miliardo di euro (+ 29%) rispetto ad aprile. L’import dalla Russia è sceso del 9,8% a 3,3 miliardi.
L’invasione russa dell’Ucraina e i blocchi legati al Covid in Cina stanno mettendo in grave difficoltà le catene di approvvigionamento internazionali, con ricadute sostanziali per l’economia tedesca molto orientata alle esportazioni. Negli ultimi 15 anni i surplus mensili tedeschi hanno quasi sempre oscillato tra i 15 e i 20 miliardi di euro, favoriti anche da l’uso di una moneta come l’euro, “debole” rispetto ai fondamentali dell’economia tedesca che spinge le esportazioni. I prezzi per le importazioni come energia, cibo e componenti utilizzati dai produttori sono aumentati di oltre il 30% rispetto a un anno fa, mentre quelli dei beni esportazioni registrano rincari medi del 15%.
Ieri il responsabile della Federazione tedesca dei sindacati Yasmin Fahimi ha avvertito che le principali industrie tedesche potrebbero andare incontro al collasso a causa dei tagli alle forniture di gas naturale russo. “A causa dei colli di bottiglia del gas, intere industrie rischiano un tracollo permanente: alluminio, vetro, industria chimica. Un tale crollo avrebbe enormi conseguenze per l’intera economia e l’occupazione in Germania”, ha affermato Fahimi. Venerdì il ministro per l’Economia Robert Habeck ha parlato del rischio di una possibile ondata di fallimenti tra le utilities a causa dei problemi negli approvvigionamenti di gas. In tal caso scatterebbe una clausola che consente ai fornitori di alzare i prezzi per consumatori indipendentemente dagli accordi contrattuali.