In principio fu un passaggio pronunciato venerdì da Dario Franceschini, dal palco della convention della sua corrente AreaDem a Cortona (Arezzo). Che, senza citare Nicola Zingaretti, lo ha criticato in modo diretto: “Se le correnti sono i luoghi in cui si pensa e discute, ci si aggrega intorno alle idee, alle leadership, allora sono il bene del partito e mi dispiace che un segretario nazionale se ne sia andato denunciando il mal delle correnti, ma capita di sbagliare”, ha detto il ministro della Cultura nell’intervento conclusivo. Il riferimento è al post su Facebook con cui Zingaretti, nel marzo 2021, aveva annunciato le proprie dimissioni da segretario denunciando la “guerriglia quotidiana” tra gruppi di potere in cui il Pd si trovava “impantanato” e lamentando i continui “attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto”.

Una ricostruzione, quella di Franceschini, definita “ingenerosa e fuorviante” da Marco Miccoli, membro zingarettiano della Direzione nazionale. “Le correnti attuali del Pd sono correnti nominali, senza politica e mi permetto di dire senza più storia. Non sono più le correnti valoriali di un tempo, con leadership peraltro riconosciute fuori dalle stesse correnti e soprattutto fuori dal partito, servono solo alla distribuzione e all’occupazione di postazioni, come per esempio i posti di governo e sottogoverno o alla conta nelle competizioni congressuali o per le presidenze per le regionali. Quel segretario, caro Dario, se ne andò denunciando questa degenerazione, che ha allontanato tante e tanti militanti in questo decennio. Peraltro quella degenerazione correntizia, in quei mesi contrastava l’agire del segretario in un momento drammatico del Paese, impedendogli con estenuanti polemiche e attacchi quotidiani di governare il partito. Basta andare a rileggersi i giornali di quelle settimane”, scrive su Facebook.

A spegnere sul nascere il dibattito però ci pensa lo stesso Zingaretti, che intercettato sotto la sede della Regione Lazio dice di non voler accendere “nessuna polemica con Dario”: “L’analisi sulla situazione politica italiana fatta ieri da Franceschini la condivido. Sul partito invece abbiamo sempre avuto idee diverse ma nessuna polemica, non è un dramma. In questi anni abbiamo lavorato benissimo insieme. E ora con Letta guardiamo avanti il più uniti possibile”, dice ai cronisti.

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