Un Consiglio dei ministri lampo ha dato il via libera alla deliberazione dello Stato di emergenza per siccità per le 5 Regioni italiane che ne avevano fatto richiesta. In totale sono stati stanziati 36,5 milioni di euro, così ripartiti: 10,9 milioni per l’Emilia Romagna, 4,2 milioni per il Friuli Venezia Giulia, 9 milioni per la Lombardia, 7,6 milioni per il Piemonte e 4,8 milioni per il Veneto.

Il Cdm è iniziato attorno alle ore 19.45 ed è durato meno di mezz’ora. L’ordine del giorno prevedeva appunto la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla situazione di deficit idrico in atto nei territori dei bacini distrettuali del Po e delle Alpi orientali, nonché per le peculiari condizioni ed esigenze rilevate nel territorio delle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. Il decreto siccità invece è ancora “da implementare”, come ha spiegato la ministra degli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, lasciando Palazzo Chigi. Al momento, in sostanza, ci sono solo i soldi già previsti nel Pnrr.

“Attendevamo questo riconoscimento che siamo stati tra i primi a richiedere e siamo soddisfatti che sui primi 36,5 milioni stanziati stasera dal governo 7,6 arrivino in Piemonte. Serviranno a mettere in campo le opere di somma urgenza per dare respiro alla nostra rete idrica”, commenta il presidente del Piemonte, Alberto Cirio. “Lo stato d’emergenza è un passaggio indispensabile per intervenire in modo strutturale sull’emergenza che ci sta colpendo in questi mesi, ma anche per limitare il rischio che una situazione analoga si ripeta in futuro“, aggiunge Cirio. “Quello della siccità, però, è un tema che richiede ormai una regia e una attenzione nazionale ed europea ed è per questo che abbiamo chiesto e ottenuto che giovedì questa emergenza sia al centro del dibattito della prossima plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo”, conclude il presidente del Piemonte.

“Un ottimo segnale di attenzione in tempi brevi al quale, sono certo, seguirà successivamente lo stanziamento degli altri fondi necessari. Serve l’impegno del Paese, anche per un piano nazionale e misure strutturali, e l’Emilia-Romagna è pronta a fare come sempre la sua parte”, sottolinea anche il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. “L’impegno della Regione Lombardia – spiega invece il governatore Attilio Fontana – resta costante e immutato per fronteggiare una crisi davvero grave. Quotidianamente ci interfacciamo con i gestori idroelettrici per reperire almeno l’acqua necessaria per garantire il primo raccolto“.

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