Il Veneto e Venezia sono rispettivamente la Regione e il Comune meglio amministrati d’Italia. O almeno è quanto risulta dal Governance poll 2022, l’annuale ricerca di Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore sul gradimento di sindaci e governatori. Tra i primi, quest’anno, la palma d’oro va a Luigi Brugnaro, il sindaco della città lagunare che scalza dal vertice il collega barese Antonio Decaro. Secondo il sondaggio, rispetto alla percentuale di voti ottenuta il giorno dell’elezione (54,1%) il politico-imprenditore ha guadagnato altri 11 punti di gradimento, con il 65% tondo dei veneziani che si dichiara disposto a rivotare per lui. Al secondo posto c’è un altro sindaco di centrodestra, Marco Fioravanti di Ascoli Piceno, eletto nel 2019, che dal giorno del voto guadagna 4,7 punti e arriva al 64% di apprezzamento. Ne perde 4,3 invece Decaro, che piomba dal primo al terzo posto con il 62%. Sotto di lui tre sindaci di grandi città del centrosinistra, eletti nel 2021: Beppe Sala a Milano (60% di gradimento, +2,3% dal giorno dell’elezione), Gaetano Manfredi a Napoli (59,5%, -3,4%) e Matteo Lepore a Bologna (59,5%, -2,4%).
Per quanto riguarda i presidenti di regione, Luca Zaia si mantiene al primo posto col 70% di gradimento, pur lasciando per strada quattro punti rispetto al Governance poll dello scorso anno. Fa un balzo in avanti di nove punti invece il vicino friulano (e compagno di partito) Massimiliano Fedriga, al 68%. Al terzo posto c’è Stefano Bonaccini, governatore emiliano-romagnolo del centrosinistra, al 65% (+5%), e al quarto il ligure Giovanni Toti, al 61% (+5%). Il campano Vincenzo De Luca (centrosinistra) e il calabrese Roberto Occhiuto (centrodestra) sono appaiati al quinto posto, entrambi col 58% (ma De Luca perde un punto rispetto al 2021): tiene, nonostante gli scandali, anche il leghista lombardo Attilio Fontana, che può contare secondo il sondaggio su un 50% di corregionali disposti a rivotarlo (+2%), così come il governatore siciliano Nello Musumeci. Terzultimo e penultimo, invece, il sardo Christian Solinas (39,5%, -3,5%) e il presidente del Lazio Nicola Zingaretti, che lascia per strada addirittura il 6% fermandosi al 37% di consenso potenziale.