A dirlo è Steven Wilson, cantautore, produttore e musicista leader della rock band britannica Porcupine Tree, ora tornata alla ribalta dopo oltre 12 anni con un nuovo disco, "Closure/Continuation"
“I Maneskin? Sono terribili. Certo è fantastico per l’Italia ed è sempre positivo quando una band fa conoscere ai ragazzi chitarre e batterie, vorrei solo che fossero un po’ meglio. Per chi è cresciuto sentendo i Led Zeppelin, i Pink Floyd o i Black Sabbath, ascoltare gruppi come i Måneskin o i Greta Van Fleet e prenderli seriamente è dura perché sono una copia scadente di quel che erano gli altri. I Måneskin sono molto meglio dei Greta che sono una specie di versione boy band degli Zeppelin, ma non sarebbe bello se arrivasse qualcuno di un po’ più creativo e ispirato?”. A dirlo è Steven Wilson, cantautore, produttore e musicista leader della rock band britannica Porcupine Tree, ora tornata alla ribalta dopo oltre 12 anni con un nuovo disco, “Closure/Continuation“. Poco conosciuto al pubblico mainstream, il gruppo è stato un cult degli anni ’90 per gli amanti del genere e il prossimo ottobre sarà in concerto al Forum di Assago a Milano: in un’intervista al Corriere della Sera, Wilson si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, sparando a zero sulle nuove generazioni di musicisti.
“La musica di oggi è TikTok, è contenuto social. Come fai a fare musica in 15 secondi? Noi non ci riusciamo. Ci sono delle nuove band, ma il rock ha fallito nel reinventarsi per troppo tempo – sostiene Wilson -. È ormai diventato virtualmente invisibile nel mainstream, dove l’urban è completamente dominante, ed è diventato un genere di culto, come è successo al jazz nella seconda metà del Novecento. Non dico che sia una brutta cosa, anche io se fossi un ragazzino sarei più interessato a Billie Eilish o a Taylor Swift che al nuovo disco degli Iron Maiden o dei Foo Fighters. Ma ho scoperto tante nuove rock band valide negli ultimi 20 anni? La risposta è no”.
“A pensarci la nostra è la situazione ideale – sottolinea l’artista 54enne -. Non ci senti nelle radio o in tv, non scendiamo ad alcun compromesso, eppure abbiamo lo stesso un pubblico numeroso. Quando la gente ci scopre, diventa quasi evangelica nei nostri confronti e credo che in parte sia proprio perché capisce che il marketing non c’entra nulla. Certo, la nostra fanbase è grande in termini relativi, non siamo mica i Foo Fighters o i Metallica, ma considerato che abbiamo passato la nostra carriera a fare esattamente quel cavolo che volevamo, scelgo questo rispetto ad avere davanti 100mila persone”, conclude.