La compagnia aerea scandinava Sas ha chiesto alla corte distrettuale di New York di poter accedere alla procedura fallimentare (Chapter 11) che serve per tutelare la società mentre ristruttura il suo debito. Non proprio una dichiarazione di fallimento ma poco ci manca. Sas ha avviato trattative con i creditori che vantano finanziamenti per circa 2 miliardi di euro, la compagnia valuta anche un aumento di capitale da circa 1 miliardo. Il debito della compagnia è esploso con la pandemia e non si è mai più ridotto. Dall’inizio dell’anno le azioni della società hanno più che dimezzato il loro valore. Tra i finanziatori della compagnia ci sono anche i governi di Svezia e Danimarca, che hanno prestato 550 milioni di euro circa. British Airways ha annunciato oggi la cancellazione di altro 1.500 voli nelle prossime settimane a causa della carenza di personale. La compagnia inglese aveva già disposto la soppressione del 10% dei suoi collegamenti previsti per l’estate. Non è escluso che il conto delle cancellazioni salga ancora. Gli addetti ai rifornimenti dell‘aeroporto londinese di Heatrow hanno inoltre indetto uno sciopero di 72 ore a partire dal 21 luglio.
Ieri la compagnia ha annunciato la rottura delle trattative in corso con i suoi piloti che sono quindi scesi in sciopero a tempo indeterminato. Circa mille i piloti che incrociano le braccia causando il dimezzamento dei voli operati da Sas. Secondo le prime stime lo sciopero causa un danno alla compagnia di 9 milioni di euro al giorno, accelerando il percorso della compagnia verso la bancarotta. Uno nuovo sciopero per domenica 17 luglio è stato annunciato ieri dai dipendenti italiani di Ryanair. “Da noi c’è qualche disagio ma incomparabile con quelli degli aeroporti europei. Ora temiamo un effetto a cascata e per questo speriamo che ci sia qualche iniziativa che consenta di invertire il più rapidamente possibile un trend abbastanza preoccupante”, ha detto il presidente di Assoaeroporti, Carlo Borgomeo, in audizione al Senato