A Roma corteo da piazza della Repubblica a piazza Venezia. Sotto il porticato della galleria a due passi da palazzo Chigi, dove il premier Draghi è assente perché volato ad Ankara per incontrare Erdogan, i manifestanti stanno continuando a protestare sotto gli occhi delle forze dell’ordine. Aderiscono alla protesta quasi tutte le sigle: nel mirino la deregolamentazione del settore. Fallito l'ultimo tentativo di mediazione con la viceministra Bellanova
Per qualche minuto sono riusciti a irrompere nella piazza davanti a Palazzo Chigi, forzando i blocchi della polizia. Sale la tensione a Roma per la protesta dei tassisti contro il provvedimento sulla concorrenza. Da stamattina alle 8, infatti, è cominciato lo sciopero nazionale di 48 ore dei guidatori di auto bianche che protestano contro l’articolo 10 del Ddl Concorrenza, che sancisce la deregolamentazione del settore. Oggi la manifestazione è nella Capitale, domani sarà anche nelle altre città. Manifestanti arrivati da tutta Italia si sono dati appuntamento a piazza della Repubblica e hanno poi sfilato per le vie del centro raggiungendo piazza Venezia in corteo. Tra le auto fotografate anche una con una Z sul cofano: il simbolo noto come segno distintivo dell’esercito russo.
La protesta a Roma – Giunti davanti a Palazzo Chigi, i tassisti sono riusciti a forzare i blocchi della polizia, che poi però è riuscita a bloccarli, facendoli arretrare sotto il porticato della Galleria Alberto Sordi. A quel punto i manifestanti hanno iniziato a lanciare fumogeni che hanno raggiunto piazza Colonna. Sotto il porticato della galleria a due passi da palazzo Chigi, dove il premier Mario Draghi è assente perché volato ad Ankara per incontrare Erdogan, i manifestanti stanno continuando a protestare sotto gli occhi delle forze dell’ordine, intonando cori contro il governo.
Lo sciopero a Milano – Anche a Milano c’è stata un’altissima adesione allo sciopero è altissima. “Da noi l’adesione è al 100%” spiega Alessandro Casotto, presidente del radiotaxi 028585 a cui aderiscono 1700 tassisti. Un numero cospicuo considerando che a Milano le licenze sono poco più di 4.800 e nell’area conurbata (quella che comprende il bacino aeroporturale) 5.300. “Non ci sono macchine. Facciamo solo le corse del servizio sociale (che servono ad esempio a portare disabili o persone fragili in ospedale). In realtà, c’è chi si lamenta della mancanza di auto bianche davanti all’Istituto dei Tumori. E qualcuno, soprattutto turisti, si lamentano all’uscita della stazione o dell’aeroporto di Linate e Malpensa.
Il governo per ora non cede – La protesta dei tassisti contro l’articolo 10 del Ddl Concorrenza arriva dopo il fallimento dell’ultimo tentativo di mediazione al ministero dei Trasporti. Ad aderire alla mobilitazione la quasi totalità delle sigle sindacali. Dopo la fumata nera del 27 giugno, la viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Teresa Bellanova, su delega del governo, aveva nuovamente convocato i sindacati, ma il nuovo confronto, spiegano i rappresentanti della categoria, non ha avuto esito positivo “perché l’articolo 10 del ddl concorrenza non verrà stralciato ma modificato nelle parti non sostanziali. Siamo sempre più convinti – sottolineano – che la riscrittura delle norme per migliorare il settore debba avvenire non con una legge delega inserita in un ddl concorrenza, ma attraverso un provvedimento di confronto tra categoria, governo e sindacati”. Ancora oggi la viceministra ha assicurato che “il governo non è intenzionato a fare lo stralcio dell’articolo 10 del ddl concorrenza, ma è disponibile a portare avanti il confronto per chiarire meglio e puntualizzare. Al tavolo di ieri con i sindacati dei tassisti ho invitato le parti a rinviare lo sciopero di oggi per continuare a lavorare e definire meglio il testo dell’articolo 10 del ddl concorrenza”.
Cosa vogliono i tassisti – Nel mirino dei tassisti c’è la deregolamentazione del settore e, nello specifico, a non andare giù è “l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”, come recita l’articolo 10 del ddl. Ma anche, più in generale, “la promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati”. Intanto il ddl concorrenza prosegue, in seconda lettura dopo le modifiche apportate al Senato, il suo iter alla Camera, con il nodo più spinoso che riguarda proprio i taxi. Entra nel vivo infatti, in commissione Attività produttive, l’esame dei circa 400 emendamenti presentati. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari l’obiettivo della maggioranza sarebbe chiudere le votazioni entro la fine della prossima settimana, con l’approdo del testo in Aula che potrebbe avvenire nella terza settimana di luglio.