La situazione è complessa perché decisamente a macchia di leopardo. Se in Valle d’Aosta, Friuli, Trentino Alto Adige (un insegnante ogni 8,67 studenti), Lombardia e Lazio (un docente ogni 9,2 alunni), Toscana (10,8) gli assessorati ci confermano che non esiste il problema del sovraffollamento, non è invece così in Sicilia, Puglia e Campania. l’assessore all’Istruzione laziale Claudio Di Bernardino: “Sicuramente nell’ambito delle riforme del Pnrr occorrerà rivedere anche le norme che regolano il numero degli alunni per classe
Al ministro dell’Istruzione non piace chiamarle “classi pollaio” preferisce usare il termine sovraffollamento e dire che il problema è ormai marginale ma le Regioni non ci stanno e in vista del prossimo anno scolastico hanno iniziato a tirare la giacchetta al numero uno di viale Trastevere Patrizio Bianchi. A farlo per prima è stata l’Emilia Romagna, dove il professore ferrarese è stato assessore in passato: nella Regione amministrata dal Pd di Stefano Bonaccini, c’è un docente ogni 11,6 studenti contro una media nazionale di 10,8. Ciò significa avere 25-30 studenti per classe. Dati che sulla carta non sono un problema visto che la norma stabilisce i seguenti limiti massimi: 26 studenti per le classi nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie (elementari); 27 alunni nelle scuole secondarie di primo grado (medie); 30 nelle secondarie di secondo grado (superiori). Purtroppo, tuttavia, i numeri spesso fanno a pugni con gli spazi e con i casi più difficili rendendo anche una classe di 23-22 un “pollaio”.
La situazione in Italia su questo fronte è d’altro canto complessa perché decisamente a macchia di leopardo. Se in Valle d’Aosta, Friuli, Trentino Alto Adige (un insegnante ogni 8,67 studenti), Lombardia e Lazio (un docente ogni 9,2 alunni), Toscana (10,8) gli assessorati ci confermano che non esiste il problema del sovraffollamento, non è invece così in Sicilia, Puglia e Campania. I dati che abbiamo raccolto direttamente dagli uffici competenti confermano che il problema c’è. La conferma arriva anche dagli indicatori sulla qualità della vita dei bambini raccolti da Il Sole24Ore.
Nella Regione capitanata da Nello Musumeci, dove fino a qualche settimana fa all’Istruzione c’era l’attuale sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, la media è di un docente ogni 11,99 alunni: in questi anni il tasso è stato ridotto ma la strada per arrivare all’obiettivo nazionale è ancora lunga. Non nasconde nulla l’assessore all’Istruzione della Puglia, Sebastiano Leo che a IlFatto Quotidiano.it spiega: “I nostri numeri (10,8-11 studenti per docente) per quanto leggermente inferiori rispetto ad altre regioni, sono preoccupanti se considerati in relazione al tasso di dispersione scolastica che in Puglia è ben più alto rispetto all’Emilia Romagna. Abbiamo messo in campo, in quest’ottica, un progetto straordinario di quaranta milioni di euro che dall’anno prossimo cercherà di contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico e della dispersione”.
A raccontarci dei casi delle classi sovraffollate è anche l’assessore all’Istruzione della regione Campania: “Alle secondarie di secondo grado ne abbiamo tante ma il problema è che se dai una classe a un Comune montano con dodici alunni poi te ne ritrovi una a Napoli con trenta”. Serve una svolta, nonostante nella sua Regione non vi siano classi troppo numerose, anche secondo l’assessore all’Istruzione laziale Claudio Di Bernardino: “Sicuramente nell’ambito delle riforme del Pnrr occorrerà rivedere anche le norme che regolano il numero degli alunni per classe. E’ vero che il buon insegnamento passa dalla competenza dei docenti ma è chiaro che anche le strutture e gli spazi devono essere adeguati per migliorare la qualità dell’istruzione dei nostri studenti”.