“Quando è troppo è troppo“. Con queste parole Sajid Javid ha motivato oggi alla Camera dei Comuni in un discorso dai toni devastanti per il premier Boris Johnson – paragonato da qualcuno a quello del ministro Douglas Hurd che precedette la caduta di Margaret Thatrcher – le sue dimissioni di ieri da ministro della Sanità dopo lo scandalo Pincher. Javid ha detto di aver in passato concesso più volte “il beneficio del dubbio” al premier su altri sospetti di scandalo, inclusi i party di Downing Street, ma di essersi ora convinto che il problema è “al vertice” e che Johnson “non cambierà”.
Ha quindi invitato con accenti accorati gli altri colleghi Tory a riflettere, sostenendo che la questione “non è solo personale”, ma che ha a che fare con “il rispetto del rule of law” da parte del Partito Conservatore e con la necessità che la formazione di maggioranza “recuperi la fiducia” del popolo britannico se vorrà vincere anche le prossime elezioni.
Al termine dell’intervento, Boris Johnson ha lasciato l’Aula con i membri del Parlamento che l’hanno salutato urlando con un “Bye Boris”.
In precedenza, altri due deputati conservatori, incluso l’ex ministro pro Brexit ed ex candidato leader David Davies, avevano avanzato o rinnovato durante il Question Times inviti espliciti a Johnson a dimettersi. Inviti peraltro respinti dal premier, che rivolgendosi in particolare a Davies lo ha “ringraziato” per la sua franchezza, ma ha insistito di “non poter essere più in disaccordo con lui” questa volta.