Su quasi 8mila Comuni italiani, sono 590 quelli ‘Rifiuti Free’, ossia dove la produzione pro-capite dei rifiuti avviati a smaltimento è inferiore ai 75 chilogrammi. Nel 2021, dunque, si contano 33 amministrazioni virtuose in meno rispetto al 2020, 8 in meno se si confrontano i dati del 2019. A pesare sul risultato soprattutto gli effetti della pandemia che ha obbligato a conferire nell’indifferenziato tutti i rifiuti prodotti dai contagiati, portando da un lato alla diminuzione della percentuale di differenziata, dall’altro all’aumento della produzione pro-capite di rifiuto da avviare a smaltimento. Sono i risultati della ventinovesima edizione di Comuni Ricicloni, il dossier di Legambiente che premia i migliori risultati nella gestione dei rifiuti, presentato nel secondo giorno dell’Eco-Forum. Oggi la produzione pro-capite di rifiuto da avviare a smaltimento è compresa tra 1 e 5 chili all’anno, con qualche punta di circa 10 chilogrammi. Anche se cala il numero dei Comuni Rifiuti Free, con una leggera inflessione nella percentuale di popolazione coinvolta che passa dal 6,4% al 5,9% sul totale della popolazione italiana, continua a crescere il Sud Italia, che ne conta 167 (cinque in più rispetto allo scorso anno). “Merito anche dei dati offerti quest’anno alla classifica da Arpa Campania” sottolinea Legambiente. Il primato resta però del Nord Italia (391 comuni), anche se con 32 Comuni in meno. Il Centro resta marginale con 32 comuni (sei in meno rispetto al 2020).
Cresce il Sud, primato al Nord, mentre il Centro non decolla – Nella lista dei virtuosi, il 66,3% è rappresentato, quindi, da comuni del Nord Italia (in calo rispetto al 67,9% del 2021 e al 73,1% del 2020). Decresce anche il dato del centro Italia (il 5,4% nel 2022, contro il 6,1% nel 2021 e il 6,5% nel 2020) fondamentalmente rappresentato dalla Toscana con comuni di dimensione media, e da alcuni comuni marchigiani e laziali. In crescita, invece, i comuni del Sud: 28,3% nel 2022 (nel 2021 costituivano il 26% e nel 2020 il 20,4%) che conferma il peso sempre maggiore del Sud sul numero totale dei comuni Rifiuti Free. Ancora quattro i capoluoghi di provincia più meritevoli: Trento, Pordenone, Treviso e Belluno. Oltre a questi, rientrano nelle classifiche dei Comuni Rifiuti Free per Comuni oltre i 30mila abitanti: Carpi e Castelfranco Emilia (Modena), Misilmeri (Palermo), Bra (Cuneo) e i comuni veneti di Montebelluna, Castelfranco Veneto e Conegliano (Treviso), Mira e San Donà di Piave (Venezia).
Più virtuose Veneto, Trentino, Friuli e Campania – Rispetto alle Regioni, per percentuale Comuni Rifiuti Free, in vetta alla classifica il Veneto (26,8%), segue il Trentino-Alto Adige (20,9%), Friuli-Venezia Giulia (18,1%) e la Campania (14,7%). Fanalino di coda invece per la Liguria con lo 0,4%. La Sardegna perde 38 comuni Rifiuti Free rispetto all’edizione 2021, mentre il Veneto, seppur in testa alla classifica, vede diminuire il numero dei migliori da 162 a 151, spesso per un lieve incremento del rifiuto indifferenziato pro-capite. È il caso, ad esempio, di Valdobbiadene che, passando da 73,8 a 77,7 chilogrammi pro-capite all’anno di rifiuto indifferenziato, è uscito dalle classifiche impedendo un vero e proprio record: avere un’intera provincia, quella di Treviso, Rifiuti Free.
Gli italiani e l’economia circolare – “Il primo cantiere dell’economia circolare si deve realizzare nelle nostre case, con una buona raccolta differenziata e la riduzione di rifiuti indifferenziati che finiscono in discarica e i 590 Comuni Rifiuti Free premiati oggi ce lo dimostrano” commenta Giorgio Zampetti, direttore nazionale di Legambiente. D’altronde, sempre all’EcoForum, organizzato dall’associazione ambientalista, insieme a La Nuova Ecologia e Kyoto Club, in questi giorni sono stati presentati i risultati del nuovo sondaggio Ipsos dal titolo ‘L’Italia e l’economia circolare’. “In un contesto dominato da incertezze economiche, sanitarie e geopolitiche – racconta Legambiente – quasi il 70% dei cittadini intervistati ritiene che lo sviluppo dell’economia circolare e l’energia da fonti rinnovabili possono contrastare l’aumento delle bollette”.