L'ultimo Global Workplace Report basato su interviste a cittadini di 96 Paesi fa il punto sullo stato di salute psichica e fisica dei lavoratori in tutto il mondo. L'Europa è in fondo alla classifica della soddisfazione - solo il 14% dei lavoratori si dichiara "coinvolto" nel lavoro" contro il 33% di Usa e Canada - e l'Italia è fanalino di coda
Non solo i salari bassi e le condizioni di lavoro in tanti casi al limite dello sfruttamento. I lavoratori italiani sono anche molto più stressati della media Ue e sono all’ultimo posto per senso di coinvolgimento nella loro attività. Una insoddisfazione che tra l’altro va a braccetto con l’impressione che sia molto difficile riuscire, a breve, a trovare un altro posto. Sono i risultati delle rilevazioni di Gallup, che nel suo ultimo Global Workplace Report basato su interviste a cittadini di 96 Paesi fa il punto sullo stato di salute psichica e fisica dei lavoratori in tutto il mondo in una fase in cui si diffonde il fenomeno delle Grandi dimissioni.
“Trascorriamo al lavoro 81.396 ore. L’unica cosa a cui dedichiamo più tempo è dormire”, scrive nell’introduzione l’ad Jon Clifton. Ma “il 60% delle persone al lavoro è emotivamente distaccato e il 19% è infelice“, o per usare un termine tecnico “attivamente disimpegnato“. Cioè “risentito perché i suoi bisogni non vengono rispettati” e pronto a “mostrare la propria infelicità”, potenzialmente “minando i risultati dei colleghi coinvolti” che globalmente sono il 23%. Per quel 19% di scontenti le emozioni negative sono predominanti: “Alla domanda “Ti sei sentito stressato ieri?” il 59% risponderà “sì”. Chiedi se “si sono sentiti preoccupati ieri” – il 56% dirà sì. Chiedi “Hai provato dolore fisico?” – il 33% dirà sì. E “per quanto riguarda la rabbia?” – il 31% dirà di averla provata”.
A colpire è il fatto che l’Europa è in fondo alla classifica della soddisfazione – solo il 14% dei lavoratori si dichiara “coinvolto” nel lavoro” contro il 33% di Usa e Canada – e l’Italia è fanalino di coda con un misero 4% di “coinvolti”, a fronte del 16% della Germania e le percentuali molto più alte dell’Europa dell’Est (33% in Romania, 23% in Albania, 21% in Ungheria). Se la quota di coloro che il giorno prima si sono sentiti preoccupati si ferma al 45%, i “molto stressati” sono il 49% a fronte di una media Ue del 37%. E se il 16% riferisce anche di aver provato “molta rabbia”, ad ammettere “molta tristezza” è ben il 27%, otto punti sopra la media dell’area. Più tristi dei lavoratori italiani sono solo quelli della Repubblica di Cipro.