Il presidente della provincia autonoma ha proseguito: "I feriti sono 7: 4 ricoverati a Trento, 3 in ospedali veneti". Con il nuovo ritrovamento dei resti delle due vittime il numero dei dispersi scende a tre
“Le vittime accertate salgono a nove, due in più rispetto a ieri (5 luglio, ndr)”. A confermare il numero delle vittime della Marmolada è Mauro Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento. In mattinata, le ricerche della Protezione Civile trentina e del Soccorso alpino avevano individuato resti di due uomini, e da subito si è ipotizzato si trattasse dei corpi degli alpinisti appartenenti alla stessa cordata degli escursionisti morti domenica. “Quattro vittime sono state riconosciute dai famigliari e 5 non sono state ancora identificate. I feriti sono 7: 4 ricoverati a Trento, 3 in ospedali veneti. Cinque sono ancora le persone reclamate dai familiari”, ha proseguito Fugatti. Con il nuovo ritrovamento dei resti delle due vittime scendono a tre i dispersi ancora sotto il ghiacciaio della Marmolada. “Le ricerche continuano con i droni, che hanno dimostrato di avere un effetto importante nelle ricerche. Vi è l’impegno massimo di tutte le autorità dello Stato e della nostra Provincia. Il fatto che oggi ci siano stati nuovi ritrovamenti dimostra come nulla sia stato lasciato al caso: si sta facendo tutto il possibile”. Una squadra del Ris di Parma sta lavorando sul posto, a Canazei, per prelevare dei campioni biologici dai resti rinvenuti. Lo ha reso noto il comandante dei Ris, Giampietro Lago.
“La frana ha causato alcuni scioglimenti di materiale che hanno fatto emergere i ritrovamenti. Dopo la localizzazione con l’ausilio dei droni dei vigili fuoco, sono state organizzate le operazione di recupero sul terreno attraverso l’impiego di elicotteri e di una squadra interforze”. Lo ha detto, in conferenza stampa, il maresciallo Riccardo Manfredi, comandante del Soccorso alpino della Guardia di finanza di Passo Rolle. “La strategia utilizzata fino ad ora si è dimostrata efficace”, ha inteso precisare Manfredi. Sempre in conferenza stampa ha parlato il presidente nazionale del Soccorso alpino, Maurizio Dellantonio: ha precisato che i due corpi sono stati trovati “nella zona media della frana, nel ramo di destra, in un’area già visionata ripetutamente dai droni in questi giorni. La situazione da ieri a oggi nello stesso posto è cambiata notevolmente a causa dello scioglimento del ghiaccio in superficie”.
Nelle prossime ore si prosegue: “Abbiamo introdotto, per maggiore sicurezza delle squadre che scavano, un elicottero in volo dotato di un gancio, i soccorritori quindi saranno legati” in modo da essere sollevati e messi in sicurezza se i radar e gli strumenti tecnici rilevassero movimenti anomali della Marmolada facendo scattare le sirene inserire dai geologi. “In questo momento”, ha concluso, “il ghiaccio tiene. I punti di debolezza del ghiacciaio sono monitorati: i tre radar installati permettono di capire cosa sta succedendo e di fornire una maggiore sicurezza agli operatori che stanno portando avanti le operazioni di recupero in condizioni difficili”. È intanto previsto per la giornata del 7 luglio che i tecnici soccorritori di Soccorso alpino, Vigili del fuoco permanenti, Guardia di finanza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato effettueranno le ricerche via terra, con il supporto di cani appositamente addestrati. Le operazioni avverranno garantendo le condizioni di sicurezza degli operatori attraverso speciali tecnologie per il monitoraggio dei movimenti del ghiacciaio. Al momento le ricerche continuano con quattro droni in volo: due droni della soccorso alpino veneto e altri due dei vigili del fuoco di Trento passano al setaccio la zona. Ci sono inoltre due operatori della Guardia di finanza a capanna Ghiacciaio.
“Il grosso nodo di questa indagine è la prevedibilità di questa enorme sciagura e se è collegabile ad ipotesi di imprudenza. Siamo come in una stanza con tante porte: le apriremo tutte per vedere cosa c’è dietro. Sicuramente non vogliamo nessun agnello sacrificale in pasto all’opinione pubblica, non è nel nostro stile”. Ha detto il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi, a margine del vertice investigativo. “Dopo la riunione di questa mattina con il comandante del reparto operativo dei carabinieri Trento, abbiamo deciso di coinvolgere anche il mondo scientifico per affidare delle consulenze di natura idraulica per capire la stagnazione dell’enorme massa d’acqua e sentire esperti in fatto di ghiacciai per portare avanti gli accertamenti”. Raimondi ha poi aggiunto che “La prevedibilità dell’evento è esclusa” e ha proseguito “Sentiremo persone, vedremo filmati e coinvolgeremo il mondo scientifico per fare prove per capire, dal punto di vista idraulico, come mai c’era questa grossa massa d’acqua”.
“Non ci sono parole, se non lacrime”, commenta il Presidente del Veneto Luca Zaia, dopo il ritrovamento dei resti. “Tutto il Veneto piange – aggiunge Zaia -. Siamo vicini ai famigliari delle vittime di una delle più brutte pagine di storia delle nostre montagne. La macchina della Regione era intervenuta fin da subito con tutti i mezzi, gli operatori e i volontari per salvare più vite possibili, dopo questo incidente che si fa fatica ad accettare e a comprendere. Le ricerche comunque continuano per dare una degna sepoltura a tutti”, conclude.
Il sindaco di Canazei Giovanni Bernard, nel frattempo, ha firmato una nuova ordinanza attraverso la quale viene circoscritta l’area di chiusura del massiccio della Marmolada, in seguito al distacco di un seracco sotto Punta Rocca. Il divieto di accesso è limitato al versante nord con la forcella Marmolada (da Villetta Maria sentiero E618-E619, prossimità Rifugio Dolomia sentiero E618-Altavia n. 2-E606, piazzale Cima Undici sentiero E618-Altavia n. 2-E606, val Contrin 602-602A). Il Soccorso alpino del Trentino puntualizza che il divieto di percorrenza lungo i sentieri elencati in precedenza interessa anche gli alpinisti che risalgono la parete sud-ovest della Marmolada. I trasgressori saranno denunciati, ai sensi dell’articolo 650 del Codice penale. L’accesso all’area è consentito dunque solo agli operatori autorizzati che stanno conducendo le ricerche in quota (oltre che ai rifugisti di Punta Penia e Capanna Ghiacciaio). La zona è controllata dal personale di Corpo forestale del Trentino e Polizia locale della Val di Fassa.