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Minatori cercano oro ma trovano un cucciolo di mammut di 30 mila anni: l’incredibile scoperta nel Klondike

Gli esperti sono in attesa di analizzarlo ed è un’attesa febbrile. Il paleontologo Grant Zazula non sta più nella pelle: “E’ la scoperta più importante in paleontologia del Nord America”

di Simona Griggio

Cercano l’oro, trovano un mammut. Anzi, un cucciolo di mammut. Perfettamente conservato. Per 30 mila anni è rimasto congelato nel permafrost, la crosta perennemente ghiacciata. Un’emozione fortissima, una scoperta scientifica eccezionale. E anche, inaspettato, un ponte tra due ere della nostra terra. Accade nel mitico Klondike, in Canada. Il luogo della leggendaria corsa all’oro, dal 1896 al 1899. In quel periodo ci fu una migrazione dal Nord America, dall’Europa e persino dall’Australia, che arrivò a coinvolgere 40 mila persone e portò al ritrovamento di 400 mila chili del metallo nobile. Tra i cercatori c’era anche lo scrittore Jack London, che qui, nel Klondike, compose i suoi primi racconti di successo.

Il fenomeno di massa poi si è esaurito. Ma l’oro c’è sempre e c’è sempre chi lo cerca: pattuglie di appassionati. Vicino a Dawson City ci sono ancora diverse miniere in attività con i loro lavoratori. Proprio uno di loro ha raccontato al New York Times tutto lo stupore per la scoperta. Si chiama Murdy, ha 31 anni, è originario dell’Alberta. Le sue parole: “Subito ho pensato fosse un cucciolo di bufalo, poi l’ho ispezionato e ho visto che aveva una proboscide… non avevo parole”. Si tratta di un cucciolo di mammut lanoso, praticamente intatto e rimasto mummificato. Quasi tutto il corpo si è conservato per decine di migliaia di anni. Il corpo magro e rugoso, la coda. Poi le gambe corte e anche la peluria.

Non è infrequente che durante gli scavi nel fango congelato vengano trovate ossa di animali. Ormai fossilizzate. Ma questo ritrovamento, avvenuto il 21 luglio a opera dei minatori di Eureka Creek, è davvero eccezionale. Sono i resti di un mammut più completi mai trovati in tutta l’America del Nord. Il cucciolo ha già un nome. Glielo hanno dato gli anziani Trʼondëk Hwëchʼin: le “persone del fiume”, discendenti degli abitanti di lingua Hän che hanno vissuto lungo il Klondike e il fiume Yukon per migliaia di anni. Proprio nella loro lingua lo hanno chiamato “Nun cho ga”, che significa “il grande cucciolo di animale”.

Ma che fine ha fatto il cucciolo di mammuth? Per ora è stato trasportato in un congelatore. Gli esperti sono in attesa di analizzarlo ed è un’attesa febbrile. Il paleontologo Grant Zazula non sta più nella pelle: “E’ la scoperta più importante in paleontologia del Nord America”. E aggiunge: “Gli esami riveleranno dettagli incredibili”. Persino, visto lo stato di conservazione, qual è stato l’ultimo pasto dell’animale. Domanda: si sa già se è un maschio o una femmina? Buona la seconda, anche se servirà un’analisi più approfondita. Il primo esame suggerisce che fosse una cucciola. Che ha un fratello, ma molto più anziano. Il mammut lanoso Lyuba, c scoperto in Siberia nel 2007. Ma visse 42 mila anni fa, mentre quest’esemplare è morto durante l’era glaciale 30 mila anni orsono.

Il mammut lanoso è una delle specie che si è estinta più tardi. Non era grandissimo: aveva le dimensioni di un elefante africano. Immaginiamolo, mentre si muoveva per lo Yukon insieme ai cavalli selvaggi, ai leoni delle caverne e ai bisonti giganti. Oggi lo Yukon è ricoperto di foreste di abete rosso. In quell’epoca il paesaggio era completamente diverso: una tundra asciutta. E’ possibile anche ricostruire quale sia stata la sua fine? Sì, e questa è la parte più triste della storia della piccola mammut che pare uscita da una fiaba. Probabilmente era con la madre e insieme a lei aveva mangiato in un’area ricca di erbe. Poi si è avventurata un po’ troppo lontano ed è rimasta bloccata in una zona fangosa.

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