“Stiamo raccogliendo sconfitte ovunque“. L’analisi, secca. Perché “siamo lontani dai nostri valori” e “ne è passata di acqua sotto i ponti quando la voce del grande Bossi tuonava nell’etere”. Ora “la politica tutta è appiattita e allineata, senza orgoglio, pur di governare“. L’accusa ai vertici della Lega arriva dalla provincia di Bergamo: una lettera inviata a Matteo Salvini, ai vertici lombardi del Carroccio e al segretario bergamasco, Cristian Invernizzi. Tre pagine di accuse, intitolate “Riflessioni del militante”, che mettono nero su bianco la richiesta di “dare una svolta“, perché chi crede nel partito “ormai è troppo deluso“. Tradotto: bisogna tornare alle origini, basta stare al governo a tutti i costi (con Pd e M5s).
Il documento mostra i malumori, non certo limitati a una sola provincia, che la base sta vivendo in relazione alla linea governista decisa dal segretario. Il referendum sulla giustizia è stato un flop. E anche le elezioni amministrative dello scorso 12 giugno hanno tradito le aspettative. Come se non bastasse, la Lega, stando ai sondaggi di Swg, è scesa sotto la soglia del 15% nelle intenzioni di voto degli italiani: 14,3%, per l’esattezza, distanziata nettamente da Fratelli d’Italia, al 23,6%.
Due giorni fa i dirigenti nazionali si sono incontrati in via Bellerio. Salvini, di fronte al calo dei consensi e ai mal di pancia in seno al partito, ha chiesto di condividere le decisioni all’interno di una sorta di cabina di regia. La finalità è chiara: non doverci rimettere la faccia qualora andasse a sbattere e responsabilizzare i suoi big. Al termine della riunione si è parlato di una “Lega compatta” e l’idea sarebbe quella di dare a Mario Draghi due mesi e mezzo di tempo per spostare il baricentro dell’esecutivo verso destra. Cioè, verso i temi cari alla Lega, come tasse, autonomia differenziata e immigrazione.
Così c’è chi ha cerchiato col pennarello rosso l’appuntamento di Pontida, quando è in programma lo storico raduno il 17 e il 18 di settembre. E nella lettera di dirigenti locali e militanti, che punta a raccogliere le firme dei sostenitori del Carroccio, si osserva la metamorfosi di un movimento lontano dal passato: “A distanza di anni, tra alti e bassi, ci troviamo molto lontani da quello che erano i nostri valori e le battaglie per cui tutti noi lavoravamo con energie e sacrifici”. Per questo, per tre volte, si chiede “autonomia”. E ancora: “Basta commissari, vogliamo che le cariche tornino elettive. Basta decisioni calate dall’alto e con gli ordini dell’ultimo momento”. Perché “i collaboratori politici devono tornare a parlare coi segretari e coi sindaci”, con chi, di fatto, rappresenta il territorio. Insomma, le accuse alla segreteria non mancano. Come questa: “Siamo in una fase critica e difficile, è chiaro a tutti, anche a chi vorrebbe negarlo, ma non dobbiamo celarci dietro a ingannevoli messaggi sui social che evidenziano false vittorie”.
Twitter: @albmarzocchi
Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it