Il numero offerto da Wout Van Aert nella quarta tappa del Tour de France ha lasciato a bocca aperta gli appassionati di ciclismo: la maglia gialla che attacca in una frazione apparentemente per velocisti non è cosa da tutti i giorni. Impressionante è stata l’azione del belga sulla Côte du Cap Blanc-Nez: coadiuvato dalla sua Jumbo-Visma, Van Aert ha staccato tutti gli avversari involandosi verso il successo di tappa dopo aver ottenuto tre secondi posti nelle prime tre frazioni. Dietro questo e altri trionfi del belga, però, c’è anche un segreto: il Supersapiens, un sensore utile a misurare i livelli di glucosio nel sangue. Il sistema è stato vietato dall’Uci – l’Unione ciclistica internazionale – in gara, ma Van Aert lo usa in allenamento.
Dopo il trionfo di Calais sono arrivati il complimenti dello stesso Ceo di Supersapiens, Phil Southerland, che ha ammesso: “Quando ho visto Wout, uno dei primi cinque atleti professionisti ad aver utilizzato e a utilizzare tuttora Supersapiens, vincere in questo modo, un grande sorriso mi si è disegnato in viso”. Van Aert, come ricorda l’amministratore delegato, è stato tra i primissimi ciclisti a utilizzare il marchingegno.
Come riporta Repubblica, il dispositivo è prodotto dalla Abbott Libre Sense e diffuso in molti paesi, tra cui l’Italia. Si tratta di un sistema di CGM, acronimo di Monitoraggio Continuo del Glucosio. Si basa su un sensore che, inserito sulla pelle, monitora in tempo reale i livelli di zucchero nel sangue. Quest’ultimo trasmette i livelli di glucosio a un App fruibile anche tramite cellulare in modo da poter monitorare la prestazione, come se il corpo umano fosse una macchina da rifornire al momento giusto. “Non è una pillola magica – ha raccontato Southerland, diabetico dalla nascita, alla rivista Rouleur – quello che offre è l’opportunità di imparare, studiare, apportare modifiche alle proprie abitudini alimentari, per dare il meglio di sé nel ciclismo. Servono tempo e dati oggettivi per capirsi. Studio me stesso da 30 anni e certe volte ho ancora delle sorprese durante le uscite”.
Il macchinario lavora su tre fasi della performance: il “prima”, il “durante” e il “dopo”. Questo, però, non piace all’Uci che teme il ciclismo possa perdere la sua essenza avvicinandosi troppo a sport in cui la tecnologia è la parte predominante. Per questo motivo non ne ha consentito l’utilizzo durante le competizioni a eccezione del team Novo Nordisk, nel quale militano tutti atleti affetti da diabete. “In gara è possibile misurare la potenza, la frequenza cardiaca e persino la temperatura corporea interna – prosegue Southerland -, la CGM è l’unica metrica che è stata vietata. Per ora non possiamo far altro che lavorare con i tecnici Uci per fargli conoscere bene il sistema”. In ogni caso, come detto, in allenamento nulla ne vieta l’utilizzo. Infatti, sia la Jumbo-Visma che la Ineos se ne servono. Tra l’altro, i calabroni al loro interno hanno il preparatore e nutrizionista Asker Jeukendrup, uno dei cervelli di Supersapiens.