Un fallimento totale e un clima così teso da non riuscire a salvare nemmeno la forma. Il vertice tra i ministri degli Esteri del G20 a Bali, in Indonesia, si è concluso senza una dichiarazione finale, che tradizionalmente viene adottata da tutti i Paesi partecipanti. I ministri non sono riusciti a trovare un accordo, ma nemmeno un punto di incontro, sulla guerra in Ucraina e sul suo impatto globale. La riunione, segnata da due eventi inaspettati ovvero l’uccisione dell’ex premier giapponese Shinzo Abe e le dimissioni del premier britannico Boris Johnson, ha mostrato l’intensificarsi delle divisioni tra est e ovest, con Cina e Russia da un lato e Stati Uniti ed Europa dall’altro. Il ministero russo, dopo una riunione a cui ha partecipato Sergey Lavrov, ha riferito che “molti partner hanno dato un chiaro segnale che è inaccettabile isolare la Russia e che le sanzioni unilaterali hanno conseguenze negative“.
I rapporti si sono talmente irrigiditi che non solo i capi della diplomazia dei Paesi del G20 non sono riusciti a raggiungere alcun accordo, ma non si sono neanche voluti far immortalare tutti insieme nella tradizionale foto di gruppo. Alla domanda sul perché non ci sia stata la foto, il ministro ha risposto: “Non ho invitato nessuno a posare per una foto insieme a me”. La sua portavoce Maria Zakharova ha sostenuto che l’Occidente ha fallito nel tentativo di isolare la Russia. Già giovedì i ministri degli Esteri dei Paesi del G7 avevano disertato la cena inaugurale per evitare di doversi sedere al tavolo con Lavrov e dimostrare il loro dissenso all’aggressione della Russia all’Ucraina.
Il ministro degli Esteri russo ha lasciato in anticipo la riunione a Bali dopo aver detto ai suoi omologhi che l’invasione russa dell’Ucraina non è responsabile di una crisi globale alimentare e che le sanzioni progettate per isolare la Russia equivalevano a una dichiarazione di guerra. “Se l’Occidente non vuole che si svolgano colloqui, ma desidera che l’Ucraina sconfigga la Russia sul campo di battaglia, poiché sono state espresse entrambe le opinioni, allora, forse, non c’è nulla di cui parlare con l’Occidente”, ha detto Lavrov, secondo quanto riporta il Guardian.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dal suo canto accusato la Russia di fare con il mondo gli ‘hunger games‘ (il titolo di una serie di romanzi di Suzanne Collins, che tradotto significa ‘i giochi della fame’). “La Russia sta mantenendo il blocco navale dei porti ucraini con una mano e scaricandone la colpa sull’Ucraina con l’altra mano. La Russia vede la dipendenza di altri paesi da qualsiasi tipo di risorsa come una debolezza e un invito a usare questa dipendenza come leva per il guadagno della Russia”, ha detto Kuleba, aggiungendo che l’Ucraina è stata essenziale per la sicurezza alimentare mondiale per decenni, ma ora viene “attaccata, bombardata e saccheggiata dai criminali russi”.
Sul questo punto è intervenuto anche l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell: “La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina sta drammaticamente aggravando la crisi alimentare. In soli 2 anni, il numero di persone gravemente insicure dal punto di vista alimentare nel mondo era già raddoppiato dai 135 milioni prima della pandemia di Covid-19 ai 276 milioni all’inizio del 2022 e ai 323 milioni di oggi. Ora, con questo atto ingiustificato e non provocato, 1,2 miliardi di persone – una su sei della popolazione mondiale – sono gravemente esposte alla combinazione di aumento dei prezzi dei generi alimentari, aumento dei prezzi dell’energia e inasprimento delle condizioni finanziarie”. Borrell ha poi aggiunto: “Le cose possono peggiorare. La Russia sta bloccando 20 milioni di tonnellate di cereali negli impianti di stoccaggio ucraini. Questo è un tentativo deliberato di usare il cibo come arma di guerra, non solo contro l’Ucraina, ma contro i paesi più vulnerabili del mondo”.