I carburanti raffinati come benzina e diesel vengono scambiati oggi con un prezzo premio record rispetto al petrolio greggio, a causa della carenza di capacità di raffinazione, della riduzione delle esportazioni dalla Cina e delle interruzioni causate dalle nazioni occidentali che evitano le esportazioni russe
Com’era piuttosto facilmente prevedibile prosegue la festa delle compagnie petrolifere. La britannica Shell, la più grande compagnia privata di idrocarburi al mondo, ha annunciato di attendersi un ulteriore incremento dei profitti da raffinazione di 1,2 miliardi di dollari (1,18 miliardi di euro) nel bilancio trimestrale relativo al periodo aprile giugno che verrà diffuso il prossimo 28 luglio. Grazie alla corsa dei prezzi di benzina e gasolio i margini di guadagno sono infatti quasi triplicati passando da 10 a 28 dollari al barile. L’aumento del margine dovrebbe avere un impatto positivo compreso tra 800 milioni e 1,2 miliardi sui risultati del secondo trimestre dei prodotti rispetto al primo trimestre del 2022, ha affermato Shell. Tra gennaio e marzo la compagnia ha incassato profitti per 9,1 miliardi di euro.
I carburanti raffinati all’ingrosso come benzina e diesel vengono scambiati oggi con un prezzo premio record rispetto al petrolio greggio, a causa della carenza di capacità di raffinazione, della riduzione delle esportazioni dalla Cina e delle interruzioni causate dalle nazioni occidentali che evitano le esportazioni russe. In America, il presidente Joe Biden ha chiesto alle compagnie petrolifere di utilizzare i maggiori profitti per investire nell’aumento della capacità di raffinazione per alleviare la crisi. Nell’ultimo anno il valore delle azioni Shell è salito del 40% portando la capitalizzazione del gruppo a 177 miliardi di euro. Simile l’andamento dei concorrenti. La statunitense Exxon ha guadagnato il 42%, Chevron il 38%, la francese Total il 38%. Più lenta la corsa dell’italiana Eni (+12%) che ha comunque a sua volta registrato utili record.